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Marocco

Informazioni demografiche

Immigrazione marocchina in Italia
Cittadini marocchini residenti:
Italia
al 31/12/2003: 158.094 pari al11,6% del totale degli stranieri residenti
Provincia di Milano: rappresentano il 7,8% del totale degli stranieri residenti
Milano: sono 6.319 di cui il 24,7% donne

Informazioni sul paese
Capitale: Rabat
Posizione:Africa del Nord , si affaccia sul mare Mediterraneo e sull'Oceano Atlantico
Popolazione: 31.689.265 abitanti (2003)
Gruppi etnici: arabi, berberi
Religione: musulmani 98,7%, 0,2% ebrei, 1,1% cristiani
Lingua: arabo, dialetto arabo berbero e francese

Informazioni sanitarie

Famiglia, posizione della donna
Nei paesi arabo-musulmani, esiste una stretta relazione fra norma sociale, norma religiosa e norma giuridica, soprattutto per quanto riguarda la famiglia e la posizione della donna. La Costituzione del Regno del Marocco del 1996, garantisce gli stessi diritti politici all'uomo e alla donna.
Il diritto di famiglia promulgato nel 1959 in forma tradizionale (mudawana), è stato modificato nel 1993. E' stato così introdotto il consenso della donna nel contrarre matrimonio e il divieto per il tutore di imporre la scelta matrimoniale. La riforma introdotta ha sottomesso la poligamia (prevista dalla legge islamica) al controllo giudiziario e ha introdotto l'obbligo di informare la prima moglie nel caso di nuovo matrimonio.
La filiazione (iscrizione in una linea di discendenza) e la trasmissione del cognome avviene esclusivamente per linea paterna (patrilinearità). Di conseguenza, la donna dopo il matrimonio continua ad appartenere alla sua famiglia d'origine e a portare il cognome paterno, mentre il figlio porterà il cognome del padre.
La legge sulla cittadinanza non consente alla donna di trasmettere la nazionalità ai propri figli. Per quanto riguarda la filiazione naturale, la madre può trasmettere il proprio cognome al figlio solo su autorizzazione del padre o dei fratelli. Queste due norme, di fatto, collocano i bambini nati al di fuori del matrimonio e le loro madri, in una situazione di marginalità sociale.
L'adozione non è contemplata in quanto il rapporto giuridico che lega il genitore al figlio deve collegarsi necessariamente alla generazione biologica.
L'interruzione volontaria di gravidanza è vietata da una legge del 1987, salvo nel caso di pericolo di vita o di salute della madre.
La protezione delle lavoratrici madri è assicurata tramite un congedo di maternità di 12 settimane, estensibili a 15, in presenza di un certificato medico; è sancito inoltre il divieto di fare lavorare le donne nelle sei settimane seguenti al parto. La legge prevede, anche, la riduzione di un'ora dell'orario giornaliero di lavoro nel corso del primo anno di vita del bambino.

Alcuni indicatori sulla salute della madre e del bambino
Speranza di vita alla nascita m/f (anni): 67,5/ 71,3 (WHO,2001)
Speranza di vita sana alla nascita m/f (anni): 54,9 / 55,9 (WHO,2001)
Mortalità infantile al sotto dei 5 anni- m/f- 58 / 55 per mille. (WHO,2001)
Mortalità adulta, probabilità di morte fra 15-59 anni, m/f -162/105 per mille (WHO,2001)

Gravidanza e maternità
Attenzione durante la gravidanza : 45 % (WHO,2001)
Parti fisiologici senza complicanze: :37% (WHO,2001)
Parti con personale specializzato: 40% (WHO, 2001)
Tasso di natalità totale per donna: 2,89

HIV/AIDS: nel 2001, tasso di prevalenza, 0,1% mentre, le persone sieropositive erano 13.000

(a cura della cooperativa Kantara)