IL CIRCUITO

IL MESSAGGIO

La mail art è un universo libero che può essere frequentato da tutti. Il presupposto rimane uguale a quello di qualsiasi altro artista che, comunque e indipendentemente dalla tecnica usata o dalla poetica, vuole inviare un messaggio al pubblico. Il significato per quanto relativo e opinabile, è inscindibile dal messaggio. Non deve esserci dicotomia tra i due elementi che non sono in contrasto: l’uno è parte dell’altro. Come non si dà testo, senza una forma e non può esistere forma, senza un contenuto. Almeno, per l’arte.

L’arte postale supera i limiti imposti dalla lingua e dai confini geografici. Questo non significa però che la dimensione semantica venga dimenticata. Il messaggio può forse essere interpretato erroneamente, ma c’è. Il messaggio è il presupposto stesso della mail art come lo è per qualsiasi lettera spedita, appunto, per posta. E’ solo la veste che cambia, il linguaggio che nel circuito si fa spesso simbolico, artistico. E per quanto alcuni autori possano utilizzare il circuito come campo di sperimentazione, nessuno nega la valenza semantica di ciò che viene inviato.

E nello scambio continuo è inevitabile che i rapporti, lentamente, si intensifichino e approfondiscano. Nasce una vera e propria "friendship". E’ come se venisse privilegiato il linguaggio emotivo, per il quale non è necessario tradurre, non sempre almeno.

L’universalità della mail art dovrebbe far sì che non venga più ignorata, ma avvicinata e conosciuta. Farsi cioè, più quotidiana. Anche se è nota e frequentata, ma non ama mettersi in mostra. Anche questo atteggiamento, non va portato all’eccesso come è accaduto a Firenze; alcuni artisti hanno bruciato pubblicamente le opere ricevute e inviate, come a sottolineare un anonimato voluto e scelto. Io sono convinta invece che il circuito non gradirebbe il fuoco, né la distruzione. La sua spinta è vitale, pura energia che unisce persone dai destini diversi.


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