Paolo J

ho 20 anni studio lingue lavoro etc.etc. sono di roma credo che scrivere sia una bellissima cosa vi prego non chiedetemi su cosa scrivo ancora non lo so però credo sia tutto abbastanza alternativo

tanto sono tutte cose corte...la mia più grande soddisfazione sarebbe sentire qualche parere..qualsiasi, anche di un ergastolano disperato o un barbone affamato che non so come abbiano potuto leggere questi miei obrobri.

Com’è andata.

 Com’è andata ? – chiedeva tua madre. Tu guardavi la televisione e mangiavi di straforo, senza tregua, per vera fame. In quei pochi secondi che seduta vicino a te era riuscita a farti perdere il filo d’ogni discorso intrapreso dalla tv, per ognuno dei canali che cambiavi freneticamente, quasi ogni secondo. Quel modo di fare zapping contrastava col modo materno di sintonizzarsi con te, in quel momento. Un sollievo, adesso; si era alzata, aveva rinunciato. Continuavi a mangiare la tua pasta fredda, concentrato sul telegiornale regionale che sparava notizie su come sopravvivere all’imminente afa estiva; ad esempio bere almeno un litro d’acqua al giorno, dicevano.

Ma tu d’acqua ne bevevi molta di più, pensavi, mentre un rigatone pieno di tonno ti era sgusciato via dalla forchetta tremolante, cadendo poi a terra.

Erano infatti dieci minuti che mangiavi poggiando il tuo peso sul gomito destro, puntato come un chiodo sul tavolo. Ti aveva preso una scossa che stava percorrendo tutto il braccio facendoti sobbalzare. – E che cazzo! –

Esclamavi, mentre tua madre tornava, stavolta senza nessun accenno di discorso, per rimpinzarti di una nuova portata; a base di pesce, lesso e freddo anch’esso.

  • No, non mi va. Questo no, basta così –
  • Ahò stai calmo - , tua madre
  • Mà, non mi rompere le palle eh! –
  • Davide! Ma che hai fatto? Non è andata bene oggi allora? Possibile? Il primo esame, già parti indietro.Ma che li butto a fare i soldi con te eh? –
  • Ho detto ma’, non mi rompere le palle! –

Avevi interrotto in modo secco tua madre iniziando a sbucciare una banana. Parlavate senza guardarvi, perché i vostri sguardi erano catturati dalla sigla dei Simpson’s. Iniziava quella puntata, ma senza l’indicazione della prima tv.

  • Un’altra replica? –
  • Ah. L’abbiamo già vista? – tua madre cercava di smorzare i toni
  • No, mamma. Se mai l’ho già vista. Tu proprio non lo so. Vabbeh, basta…- e come tuo solito prima di lasciare quella stanza avevi cambiato canale.

In camera tua la finestra aperta faceva entrare di soppiatto una sferzata d’aria di primo pomeriggio, che dalle fessure della serranda ti colpiva proprio all’altezza dello stomaco. Appena riempito di un pranzo e stragonfio d’acqua minerale, a furia della sete e del caldo. Tanto che iniziasti ad agitarti.

Tua madre era passata già tre o quattro volte davanti la porta di camera tua, col suo ciabattare inconfondibile.

Si era fermata. Osservandola ti colpiva la sua voglia di saperne di avere una risposta a una qualche domanda, appena sul punto di essere pronunciata…Tu per muoverti all’improvviso preso da una furia avevi sbattuto i piedi agli angoli degli armadietti intorno a te, poi in piedi:

- Devo pisciare, porco dio ! -