Massimo Famularo

Mi chiamo Massimo Famularo, ho 22 anni e mi sto laureando in Economia.
alla Luiss di Roma. Mi piace scrivere e leggere soprattutto libri e fumetti. Come genere preferisco la Fantascienza.

PROGETTI PER IL FUTURO

Kenzo non riusciva a prendere sonno quella sera. Si sentiva eccitato. Suo padre gli aveva promesso che per tutto il giorno successivo sarebbero stati insieme. A quella notizia era salito al settimo cielo. Capitava cosí di rado che il padre avesse tempo per lui, che quando succedeva era sempre una festa. Probabilmente sarebbero andati a pescare, oppure forse... lentamente l’eccitazione cedette il passo alla stanchezza e senza accorgersene il piccolo Kenzo scivolò in un sonno pieno di sogni. Gli piaceva molto fantasticare anche da sveglio e lo faceva spessissimo. Gli piaceva immaginare il proprio futuro di affermato scrittore e gran intellettuale. Naturalmente sposato con l’incantevole Yoko, la simpatica bambina che viveva a 200m da casa sua. Gli sorrideva sempre quando erano a passeggio. Ognuno con i rispettivi genitori, si intende. Gli piaceva immaginare la grande casa con giardino dove sarebbe vissuto. Con meticolosità inusuale per un bambino, ne progettava la disposizione delle stanze, la facciata, gli interni, etc. Pensava ai libri che avrebbe scritto e che sarebbero stati tradotti in tutto il mondo, ai viaggi nei posti piú lontani e a tante cose mirabolanti. Quella notte i suoi sogni furono, per chissà quale combinazione, piú intensi e piú vari che mai.

Gli piaceva leggere, anche se ancora lo trovava faticoso. In breve tempo sarebbe diventato un veloce lettore, come suo padre e avrebbe divorato montagne di libri. Kenzo amava i libri, amava toccarli, spolverarli, metterli in ordine. Andava su tutte le furie quando su padre, eterno sbadato, non li rimetteva a posto dopo averli letti. Nella sua casa futura ci sarebbero state grandi librerie, dove avrebbero trovato posto, ordine e pulizia, tutti i libri di suo padre e molti altri ancora. Le piú grandi università di tutto il mondo lo avrebbero chiamato a tenere conferenze, seminari e chissà, forse avrebbe accettato anche una cattedra, ma rigorosamente in Giappone. Già, avrebbe girato il mondo in lungo e in largo, ma alla fine sarebbe ritornato sempre in Giappone. Lí avrebbe allevato i suoi figli, tutti colti, gentili, intelligenti come lui e belli come la piccola Yoko. Li avrebbe allevati con amore e liberalità, ma con fermezza. Sarebbero cresciuti sani e forti e tutti li avrebbero apprezzati. Ora i nonni lui e sua moglie si sarebbero ritirati in campagna. Gli avrebbero poi conferito il premio Nobel per la letteratura e la sua carriera sarebbe stata coronata.

Forse poi per qualche tempo si sarebbe dedicato alle scienze apportando un innegabile e fondamentale contributo al progresso scientifico. Magari grazie alle sue scoperte sarebbe stata costruita la prima astronave capace di uscire dal sistema solare. Avrebbe assistito a radioso sorgere di un nuovo avvenire e gli si sarebbero spalancate le porte dell’universo. Chissà forse l’umanità avrebbe conosciuto civiltà aliene e nuovi incredibili orizzonti si sarebbero aperti. Una volta diventato ricchissimo però, non avrebbe dimenticato le persone bisognose. Avrebbe finanziato associazioni umanitarie ed altre ne avrebbe fondate lui stesso: probabilmente avrebbe lasciato un mondo piú pacifico e meno ingiusto di quello in cui era nato.

Nel suo lettino Kenzo non riusciva proprio a stare fermo quella notte. Si agitava in continuazione totalmente preso dai suoi sogni fantastici. Suo padre e sua madre sarebbero stati davvero fieri di lui, avrebbero smesso di lavorare e sarebbero andati a vivere con lui nella grande casa. Niente piú faccende e preoccupazioni per la casa o per i soldi per sua madre: dipendenti ben pagati ed efficienti avrebbero pensato a tutto. Il proprio radioso futuro lo affascina anche se qualche volta si rendeva conto della possibilità che non si realizzasse. , ciò non turbava i suoi pensieri ed i suoi sogni.

Appena il bambino cominciò a pensare a cosa avrebbe fatto per la sua città, ai necessari drastici cambiamenti i suoi sogni s’interruppero. Anche il suo sonno si interruppe, insieme alla sua vita, a quella della sua famiglia e di quasi tutti i suoi concittadini. Erano le 08:15 del 5 agosto 1945, nella città di Hiroshima.

 

Papà ti vuole bene

Ho le mani sporche di sangue. Del suo sangue. Ma lei respira ancora. Cristo uno di questi giorni la ucciderò. Però è bellissima, rassomiglia molto a sua madre. Oh, quante ne ha prese sua madre ! Devo farmi una doccia immensa, sono sporco e sudato e gli schizzi di rosso mi arrivano fino ai capelli. Porca miseria ! Sembro il mostro di Firenze. Già il mostro.. ogni tanto ne condannano uno, cosí, per mettere a posto la coscienza di tutti gli altri. Mostri intendo.

Va beh, da bravo bambino mi lavo i denti e vado a nanna. Crollo quasi subito e mi godo il riposo del giusto finché la sveglia sadica non mi restituisce alle miserie del mondo. Vorrei rimanere per sempre nel buio dell'incoscienza. La vita è solo fatica e frustrazione. Magari uno di questi giorni invece di alzarmi mi sparo un colpo in testa. Smetto di filosofare cazzeggiando e fermo la sveglia.

Fa freddo nelle pantofole di lana mentre mi avvicino alla finestra. Sbircio per vedere com'è il tempo fuori. C'è il sole e il mondo è ancor al suo posto. Bello schifo. Infilo i calzini e metto sul fuoco il caffè. Mentre aspetto che sia pronto accendo la TV e ascolto il notiziario. Naturalmente col volume al minimo, senza svegliare nessuno. Il dollaro è forte e la borsa di Tokyo è sospettosa. Non credo che la mi vita cambierà per questo.. che cazzo vorrà poi dire che il dollaro è forte ? Cos'è , lo Yen non va in palestra ? Bah io assaporo con trasporto il caffè e mi godo uno dei pochissimi momenti felici della giornata. La linfa nera mi ridesta e ne porto una tazza a mia moglie: voglio condividere con lei l'orrore del mondo.

- Buongiorno, mia regina. - Lei sorride ancora assonnata e mi da un bacio. Per qualche istante immagino noi due che ci baciamo al cimitero. Siamo due carogne in decomposizione animate momentaneamente, per qualche curioso scherzo della natura. E' solo un momento però. - Sei sempre stupenda tesoro. - Torno in cucina per mangiare qualche biscotto mentre ascolto le previsioni del tempo. "..non so se il riso o la pietà prevale." Leopardi. Però. Mi pare fosse la ginestra..o il tramonto della luna. Da bambino ho sempre odiato imparare a memoria le poesie. Mi pareva una cosa cosí meccanica, poco intelligente. Anche all'università la memoria mi ha dato problemi. Per ricordare le cose ho sempre avuto bisogno di trovare delle relazioni, dei nessi logici. Sono un tipo razionale io. Ogni tanto però riaffiora un frammento, un verso, come un scoria vagante.

Mi lavo e mi rado in modo accurato. Desidero essere impeccabile. Mi fa sentire ordinato. Dentro. Mi sento in accordo con l'armonia del mondo. Sono un oggetto messo al suo posto. Bacio mia moglie che mi aspetta sulla porta e le dico di salutare per me i ragazzi. Mi sorride e mi sento un uomo fortunato. Non mi capita spesso, ma oggi è cosí.

Passo in edicola e compro il giornale. Giannino mi saluta rispettosamente e mi porge lo stesso quotidiano da 20 anni. E' una brava persona e da bambini giocavamo spesso insieme. Mi sembra di vederci a scorrazzare e azzuffarci fino al tramonto. La domenica quando ho tempo scambiamo anche qualche chiacchiera. Oggi però è martedí. Scendo in garage e scorro i titoli piú interessanti mentre la macchina si riscalda. 15 minuti dopo sono in banca. La mia banca. Certo sono solo il direttore di una modesta filiale, ma questa è la mia banca. Non perché ci lavoro da 17 anni; non perché le dedico tutte le mie energie; non perché la mia vita dipende da essa per il sostentamento. E' mia in senso giuridico per lo 0,00parecchizeri456%. La cosa mi dà un senso di soddisfazione perché cosí un po’ degli sforzi che faccio ritorna a me.

Saluto tutti e vado in ufficio, compreso Alí il nostro funzionario extracomunitario. Mi verrebbe da dire extrafunzionario. Sia chiaro: io non ho niente contro i negri. Eh sí, ne ho pestati tanti in vita mia, ma mai per razzismo. Fossero stati bianchi verdi o tricolori, sarebbe stato lo stesso. Infatti quando devo picchiare qualcuno non faccio caso all'accento che ha, al colore della pelle o che altro. A me interessa che a qualcuno non venga in mente di denunciarmi e uno che non è in regola con la legge sull'immigrazione non va certo alla polizia. Brrr non oso neanche pensarci, il mio nome, la mia reputazione...Beh ora c'è Lucia che è cresciuta. A proposito devo chiamare la scuola, mia figlia starà a casa per almeno una settimana. Certo, certo, poi farò recapitare il certificato medico. Mi piace che tutte le cose siano a posto. Sono uno preciso io.

- Dottore posso entrare ? - Certo signorina, venga pure. - Mmmm, la Santolini, che gran Troione!! Lavora qui da meno di un anno e ho già dovuto respingere le sue avances piú di una volta. Con cortesia naturalmente ed eleganza, senza offendere... non posso certo compromettermi. Mi ha portato la posta, che gentile. Mi verrebbe voglia di sbatterle quel muso da porca contro il muro, la distruggerei se avessi solo 5 minuti. Le strapazzerei quelle tette da capogiro.. oh cazzo ! Mi sto eccitando. - La ringrazio signorina, può andare. - Davvero non le serve altro dottore ? - Che maliziosa, con quella bocca da pompini. Scommetto che se volessi potrei farmela anche qui in ufficio. - Grazie, vada pure. -

Formale e professionale. Mica mi faccio fottere cosí io ! Pensa che scandalo ! Se lo sapesse mia moglie poi.. davvero è meglio di no. Con una cosí non riuscirei a controllarmi, dovrei andare davvero fino in fondo e succhiarle tutta la vita che le scorre nelle vene e le gonfia quel culo meraviglioso. Omicidio. non credo proprio che lo sopporterei. La vergogna dei miei genitori, di mia moglie. No, no vada pure a farsi fottere da qualcun altro la Santolini. C'è Matteo Spalletta che si è passato tutto l'ufficio porco Boia..

Chiama mia moglie e mi incazzo. Sa che non deve chiamarmi in ufficio. Stasera mi toccherà punirla per bene. Però stavolta c'è un buon motivo. Lucia ha una costola rotta. Ma boia d'un Cristo ma 'sta ragazza è fatta di cartone ? Chiamo il farmacista. Il Brandi me ne deve parecchie e sono certo che non mi dirà di no. Già, ma il certificato medico ? Pezzuola per farmelo vorrà visitare la ragazza e non posso certo mostrargliela cosí. Cazzo e controcazzo, proprio un medico curante onesto doveva capitarmi ? E non posso neanche cambiarlo.. intanto mi toccherà falsificare il certificato. Bah ci penserò dopo. Ma porco mondo, dov'è il numero ? Mmmm ecco qua. Seee ma quanto ci mette a risp.. Pronto ? Sei tu Luca ? Sono Gianni. Sai ci sarebbe la solita faccenda... mi capisci vero? Sí, sí, propri quel nostro affare… beh, senti stavolta ce ne vorrebbe un po’ piú del solito. Sí, sí va bene, poi ti spiego di persona, ciao.

Chiamo Spalletta gli dico che mancherò per un'ora. In realtà ci metto solo 45 minuti, si vede che sono un tipo efficiente. Luca Brandi fa un po’ lo stronzo. Dice che non avevamo mai parlato di fratture. Dice che è pericoloso, ci vorrebbero delle radiografie. Lo tengo buono io però. In 15 anni di onesta amicizia gli ho parato il culo per un fallimento e per una truffa all'assicurazione, vorrei ben vedere se ora non mi cava d'impaccio. Alla fine mi rattoppa Lucia. Sia ringraziato il signore, posso tornare al lavoro. Rimane solo il problema del certificato. Il dr. Pezzuola è un buon amico, ma certificati cosí non penso proprio che me li faccia. Anzi stronzo com'è sarebbe capace di denunciarmi.. Hey, fermi tutti, credo di aver trovato la soluzione. In confidenza mi hanno detto che l'integerrimo dottore si tromba Pia Lazzaretti (Che gran mignotta la Lazzaretti, con quella faccia da santarellina..). Certo, potrei ricattarlo. No, non funzionerebbe, i tipi come lui non si fanno ricattare. Bah, credo che inventerò una grossa balla e il certificato dovrà farmelo per forza, in fondo è una brava persona e a prenderlo con le buone c'è da ottenere parecchio.

A pranzo rifiuto con cortesia l'ennesimo invito della Santolini e corro dal medico. Gli racconto che Lucia deve stare a casa per un po’ per recuperare studio e prendere qualche ripetizione. Senza farsi pregare, Pezzuola mi fa il certificato e mi liquida in 2 minuti: è comprensibile con tutti gli assistiti che ha.. Io lo stimo molto, fa il suo dovere e non si risparmia mai, concedendosi un po’ di riposo giusto 2 o 3 volte all'anno. Altro che certi medici che staccano il telefono e fuori orario di studio non si trovano mai! Che buffo, me lo immagino che gli squilla il telefonino mentre tromba con l'amante e lascia tutto per correre dal paziente. Che missionario!

La giornata continua bene, tutto banale secondo la norma. Dopo cena guardo un po’ di TV. Lucia non si è alzata dal letto. Poverina, fa una tenerezza tutta bendata e medicata ! Che farci ? Sono cose che succedono. Carla, la piú piccolina, mi chiede delle cose strane che ogni tanto succedono a sua sorella. Con calma, me la metto sulle ginocchia e le parlo dolcemente. E' bellissima, il mio tesoro, sarei capace di stritolarle quella testolina in un colpo solo. Devo trattenermi, però, è tropo piccola. Tutto quello che succede è un misterioso segreto di famiglia e nessuno lo deve sapere. Chi ne viene a conoscenza rischia la vita: in giro ci sono tanti uomini cattivi pronti far fuori il suo papà se qualcuno fa troppe domande. Si spaventa e non vuole sapere piú niente.

La mia Carletta è una bambina furba e non si fa fregare, già altre volte ha sviato qualcuno troppo curioso che le faceva qualche domanda di troppo. Mi fa tanto contento, in questa famiglia saper tenere i segreti è una caratteristica indispensabile. Che bella che è ! Non vedo l'ora che cresca per dimostrarle il mi affetto, sono certo che sarà brava come sua sorella a mantenere i segreti. In fondo a casa mi amano tutti, io sono il papà e la mia è una famiglia felice. Esco per un giro in macchina e carico una puttana. Non faccio mai meno di 80km, è per non essere riconosciuto. Mi sfogo giusto un po’, un lavoretto con la bocca, che tra l'altro costa meno(sono sempre un bancario!). Naturalmente metto il preservativo, mica sono scemo. Dopo aver pagato le tiro 2 sberle, lei cerca di reagire e io ancora giú. Quando la faccio scendere è conciata malaccio, ma le faccio un regalino supplementare per tenerla zitta. Il pappa mi conosce e sa che mi ci vuole qualcosa di piú degli altri per divertirmi. Poi già le pestano tanto loro, che volete che faccia qualche livido in piú ? A casa tutti dormono e io cerco di non fare rumore mentre mi metto a letto.

Tremo con le spalle premute contro il muro. Mio padre sale le scale lentamente, sento i suoi passi e il cuore mi batte fortissimo. Non riesco a muovermi, mi sento paralizzato. Forse è meglio cosí, non devo muovermi, sarebbe peggio. Quando arriva mi sembra enorme, un gigante alto quasi fino al soffitto. - Ciao Gianni. - Ciao Papà. - ma che bello il mio bambinone! - Mi prende il viso tra le mani, mi solleva. E' fortissimo, mi sembra onnipotente, inarrestabile. Mi scappa un lamento. Subito dentro di me mi maledico. Non avrei dovuto farlo. - Beh, che fai ? Piagnucoli come una femminuccia ? - Mio dio, si è arrabbiato. Lo sapevo, lo sapevo, che bestia sono stato. Mi sento svenire.

Uno schiaffo fortissimo in pieno viso mi risveglia bruscamente. - Io ho fatto un maschione sai ? Non so che farmene di una merda che piange! - Ancora uno schiaffo. - Ti butto nel cesso e ti affogo nella merda che sei, mi hai capito ? - Calci. Un pugno su una gamba. Tutto calcolato, là non mi rompe nulla, ma dio sa se mi fa male. – Ce l'hai il pisello ? Eh ? Mio figlio deve essere un vero uomo, per dio - Ma papà..- Ora si incazza sul serio e mi preme la testa contro il muro. Vorrebbe uccidermi. - Sarai sempre solo una lurida merda, piccolo figlio di puttana. Ma chi cazzo sei tu, merdaccia ? Mio figlio non potrebbe mai essere cosí - Ora tocca a me. Devo saltargli addosso. Non so come riesco a divincolarmi e gli salto addosso. Lo ucciderò. Senza fatica, con gesto quasi incurante mi sbatte sul pavimento. - Ah, ma allora un po’ di palle ce l'hai, porco in miniatura. Forse tua madre non è cosí putt.. - Lo prendo in pieno viso con tutte le mie forze e gli strozzo in bocca l'insulto che voleva sputarmi in faccia. Non credevo che ce l'avrei fatta. Vaffanculo, bastardo! - E' divertito e stimolato. - Già, allora forse sei davvero mio figlio. Mi lascia livido ed esausto sul pavimento.

Mi alzo dal letto sudato ed agitato. Mi ci vuole proprio una gran doccia. La giornata in ufficio è massacrante. Mi pesa quasi come se avessi passato la notte in bianco. Oh dio, Michele! Esco prima per andarlo a prendere a scuola. Ha due anni piú di Carla ed è il mio preferito. Certo un padre certe cose non dovrebbe dirle.. ma chi se ne frega, tanto non mi sente nessuno. All'uscita corre verso di me e salta per abbracciarmi. Lo slancio è quasi completamente smorzato però dal peso dello zaino che quasi lo schiaccia. Fa nulla, lo sollevo io e lo faccio girare. Mi da un bacio e io lo guardo in modo sospetto. -Beh ? Che sono queste sdolcinatezze ? Cos'è mi sei diventato una femminuccia ? - Lui rimane interdetto. Poi lo stringo e ci mettiamo a ridere. - Non ti preoccupare, piccolo, - gli dico - papà ti vuole bene.-