Aragorn
(Nicola Vassallo)

Scrivo per vivere, vivo scrivendo. Ho sempre scritto, vorrei scrivere per sempre. Ho vinto qualche premio, soprattutto di poesia...ma non me ne frega niente perché ai premi, concorsi e manifestazioni non ci credo più. Scrivo per me e per chi riesce a trovare qualche spunto di emozione attraverso le mie parole.
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Primavera sul pianeta Tunhiferales

N1oc3o aveva impiegato più di trenta chikhles per costruirne uno così perfetto. Era riuscito a riprodurne i tessuti, il nettare, gli stami e ogni altro particolare. Non aveva mia visto un fiore vero ma sapeva che doveva essere anche profumato, così ne sintetizzò l'aroma partendo da un frosk di plasma di cirkenytonhio trafugato dal Laboratorio Della Guerra Perpetua dove lavorava fin da quando era stato sintetizzato. Aveva costruito un Tunhiferhus Auratus identico a quello che viveva sul Pianeta 70.000 chikhles fa. Soddisfatto lo depose sulla piattaforma che si affacciava sul Dheserthern. Subito un lepidottero coloratissimo volò lieve intorno al fiore. N1oc3o rimase paralizzato dallo stupore e pianse di gioia: l'ultima farfalla era scomparsa più di 50.000 chikhles fa. Ma non si accorse delle microtelecamere che l'insetto aveva al posto degli ommatidi.

La morte

Aveva deciso, il cilindro di legno era già affilato. La sua immagine si scomponeva piano nello specchio, eppure ogni cosa restava immutata, funzione di quell'unico istante. Un'altra notte insonne, una delle tante, comunque troppe. Era stanco, quella stanchezza infida che lo costringeva a nutrirsi, suo malgrado, degli altri - di quelli fuori - oltre le mura. Tanti anni da solo, sigillato in quella solitudine che riusciva a colmare solo quando incontrava gli esseri umani.
Un istante di fusione, quasi un'estasi sensuale e il calore si trasferiva in lui per nutrirlo. E ogni volta si stupiva della voracità con la quale nutriva la sua solitudine.
Ormai la sofferenza era tutt'uno con la gioia di potere continuare a esistere. Ma questo era troppo. Anche per uno come lui, per un vampiro, l'ultimo rimasto! E si lanciò sul paletto appuntito facendo in modo da dirigerlo al cuore.

Dell'amore

L'Angelo rimaneva intere giornate a contemplare dalle nubi basse l'oceano aspettando che la Sirena apparisse dalle onde per incrociare lo sguardo con il suo.
Lui avrebbe voluto nuotare accanto a lei nelle profondità marine, e lei sognava di volare abbracciata alle vaporose ali di lui.
I due si amavano. Forse perché vivevano in mondi lontani, tanto diversi da somigliarsi, e forse anche per il destino comune di essere creature tanto speciali e fortunate.
Fin quando Dio li scoprì.
E sprofondò l'Angelo nella Terra nera e scura a capo di schiere di demoni.
E tolse la Sirena dalle acque accompagnandola all'Uomo che reclamava una compagna.
E infine comandò che fra Donna e Lucifero fosse odio eterno.