Neo

Scrivo. Talvolta i miei personaggi i loro desideri bussano per giorni prima che mi decida a dar loro una voce; tal'altra anticipo tal'altra li anticipo e poi ci litigo perché non li ho capiti a sufficienza... Comunque, scrivo.

Die Hebriden

Mendelssohn, Die Hebriden.
Nana-nananaaa-na… dieci minuti e quarantanove secondi di piacere pulito.
Da diversi anni funziona così: si sveglia alle sette, accende lo stereo, caffè bollente.
E in soggiorno trova sempre già Sally. E' un'ottima amica, Sally, anche se è difficile chiederle di contribuire all'andamento della casa; ma lo sapeva sin dall'inizio, da quando l'aveva trovata praticamente per strada. Però non le crea nemmeno molto disturbo, a volte non sembra neppure che esista.
- Ciao, Sally. Dormito bene?
- Ciao, Ila.
Proprio una splendida mattina. Tra poco sarà primavera. Dà un'occhiata al giardino che ha bisogno di una bella sistemata. Nel pomeriggio telefonerà al giardiniere, e lo farà dall'ufficio, così risparmierò sulle spese di casa.
- Sai, Sally? Ho preso mezza giornata di vacanza. Ti ricordi che giorno è oggi?
- Sì, Ila.
- Vado a prendere il giornale, torno subito.
Sulla strada una donna tiene per mano un bimbo che non ha alcuna voglia di camminare. Lo prende in braccio e gli parla amorevolmente. Ila si sofferma a guardare la scena, ricordando che quando era piccola pensava che da grande le sarebbe piaciuto occuparsi dei bambini.
Poi, crescendo, ha inseguito altri sogni: l'avvocato, l'archeologa, la giornalista.
Poi, perdi di vista un sacco di cose, e dimentichi un sacco di cose.
Poi, le ricordi ad un tratto e ti chiedi: perché non ho fatto questo o quello?
E cose del genere.
Suo padre e sua madre ci avevano creduto. Addirittura, ci credono ancora, ma adesso è un'altra storia. Ma pure così è un grattacapo: se la smettessero, anche a lei uscirebbe di mente. O se a lei uscisse di mente, non si accorgerebbe più di loro?

Del quotidiano legge con gusto la pagina della cronaca.
- Sally, senti qua: "Ventenne tradita dal fidanzato si toglie la vita", che matta!
- Che matta, sì sì!
Amore vuol dire dolore. Ne è sempre stata sicura. Ma mai ha pensato di togliersi la vita per questo, nemmeno quando l'amore le ha mostrato la sua faccia più scura. A volte ha simulato tentativi di suicidio, nella speranza che potessero giovare, con pessimi risultati.
Non le piace ricordare certe cose, ma pensa che sia sostanziale. E' proprio perché non ha mai dimenticato che è arrivata ad oggi, e se ne compiace. Quale altra strada l'avrebbe portata a Luca?
Luca, un uomo perfetto, al momento giusto. Le ha chiesto di sposarla, o perlomeno di vivere insieme. Non gli ha risposto di no, nemmeno di sì.
- Aspettiamo ancora un po'.
Disappunto. Ma ha tanta pazienza, Luca. E sa che non avrà altre donne all'infuori di lei. Non si chiede perché, lo sa e basta..
Adesso deve sbrigarsi; l'attende il parrucchiere, poi deve passare dal sarto per ritirare la giacca del tailleur che aveva le maniche leggermente lunghe. Così potrà indossarlo.
Poi non le mancherà altro.

Ha deciso di cambiare acconciatura. Tante volte lo ha fatto, in vita sua. E' come voltar pagina, è come decidere di vivere un'altra vita, essere un'altra donna, magari ispirata da qualche foto intercettata inconsapevolmente in un cartellone pubblicitario, o in qualche rivista femminile, di quelle che trovi dal ginecologo o nel cesto della raccolta differenziata, dove sovente ficca il naso. A parte qualche quotidiano, i giornali li ha sempre rimediati così.
Un leggero brivido le solletica la schiena. Già, fa fresco con la sola camicetta sotto il soprabito. Sarà conveniente passare prima a ritirare la giacca? Farò così, ai capelli penserò poi. Mette in moto l'auto e parte, e gode del piacere che le procura la sensazione di potere che avverte quando è alla guida. Spesso ha pensato all'auto come ad un'arma. Istintivamente, con la mano accarezza la borsetta appoggiata sul sedile affianco. E sorride.

Daniel è un uomo fantastico, anche se dell'uomo ha ben poco. I suoi capelli lunghi e lisci, gli occhi dal taglio orientale, la bocca carnosa e perennemente lucida si accostano assolutamente alla camminata ondeggiante, alla voce melliflua, alla femminea gestualità. Si baciano sulla bocca e subito Ila si ritrova con la giacca addosso che le sta d'incanto.
- Che ti passa per la testa oggi, chéri?
Le sussurra all'orecchio sfiorandola con la guancia.
- Mi passa che ho voglia di esistere.
- Allora non puoi fare a meno di questo.
E, con la destrezza di un giocoliere, le gira intorno fulmineo, avvolgendola di mille nebulizzate di profumo; poi le si piazza davanti a gambe divaricate, con la testa inclinata da una parte per guardarla meglio negli occhi. Le solleva impercettibilmente la gonna e lentamente lascia andare un ultima spruzzata. Ila sente la freschezza della sostanza accarezzarle le gambe fino all'inguine; socchiude pigramente le palpebre, immaginando la miriade di fiorellini che si incontrano in quell'essenza. Ma ha fretta, prende fra le mani il volto di Daniel e indugia con le labbra sulle sue. Poi esce dal negozio senza voltarsi.
Poi pensa che vuol bene a Daniel, ché è il solo che riesca a leggerle dentro così, senza dir niente.
Poi ricorda le notti in cui è ricorsa a lui, quando la sofferenza si faceva insostenibile. Lui le preparava tisane strane, le svolazzava intorno con le sue camice da notte zeppe di merletti, le rimboccava le coperte e le teneva la mano finché non si addormentava. A volte cantava dei motivi senza parole. A volte le faceva ascoltare Die Hebriden: nana-nananaaa-na…
…Ha l'impressione di aver visto una parvenza di dissenso negli occhi di Daniel, stamattina. Ne parleremo meglio, almeno tu, non puoi non essere dalla mia parte.
Si sofferma per qualche minuto a guardarsi nello specchietto retrovisore: quando hai deciso, tutto converge sul punto in questione, si identifica nello scopo, e qualunque conflitto si dissolve. Ogni concetto acquista una sua logica, i possibili dubbi diventano elementi secondari, piccolezze; questa è quella che chiamano determinazione.
Luca, amore…

Non ha intenzione di passare molto tempo da Marì.
- Li voglio cortissimi. Hai trenta minuti per farmi uscire di qui.
Marì non nutre alcuna simpatia per lei, e lei lo sa. Per questo lascia sempre una cospicua mancia, così può gustare la violenza che la donna deve fare su se stessa nel ringraziarla profusamente, sfoderando un sorriso che non ha alcuna voglia di dedicarle. Sono quelle piccole soddisfazioni che si concede, appagamenti momentanei che tuttavia le regalano un istante di piena coscienza di sé.

Non c'è traffico. Sono ancora le dieci ed è abbondantemente in anticipo. Vedrà Elisa tra quindici minuti, i soliti che le occorrono per raccogliere le idee, e per calarsi nella dimensione utile. Entra nel bar, beve un caffè ed accende una sigaretta che l'aiuti. Come ogni volta, come un rito, getta il mozzicone a metà, entra nel portone e respira lentamente. Le scale godono di un'illuminazione falsante anche di giorno: spesso ha pensato che sia stato ideato a bella posta. Dieci e quindici, preme il campanello. Elisa apre la porta e l'accoglie col solito sorriso.
- Com'è carina.
- Grazie, lo so.
Ma lo pensi davvero?
Ma mi avrai detto qualche volta quello che pensi davvero?.
- Non vuole sedersi?
- Consideravo di trattenermi poco, stavolta
- Perché?
Dio, che noia…
- Si sente bene?
- Mi sento benissimo.
Si siedono l'una di fronte all'altra. Elisa ha la proprietà di rimanere in silenzio anche diversi minuti senza essere colta dall'imbarazzo. Pare completamente a suo agio nell'atto di contemplarla lungamente, incurante del disagio che mi procura.
- Come ha trascorso la notte, Ila?
- Divinamente. Oggi vado a far visita a mamma e papà, è il loro anniversario.
- Sì, ricordo.
E' di nuovo il silenzio. Ila si agita sulla sedia nervosamente, sistemandosi la gonna che ora le scopre un po' troppo le gambe. Perché non cambi l'arredamento di questa stanza, che è così essenziale, limitato? E queste sedie così scomode!
- Regalerà loro dei fiori?
- Certo, che altro? Li ho già ordinati.
A cosa stai girando intorno? La nostra relazione finisce qui, stupida che non sei altro. Ti ho dato un mucchio di possibilità e tu niente, arroccata nella tua agevole condizione di donna realizzata, che non ha bisogno di nessuno. 'Sono qui per te', mi hai detto tante volte… eppure non hai mai afferrato la mia mano, ma non te lo dico più.
Perché è questo che vuoi sentirti dire per rinfacciarmi di non averti dato modo.
Abbiamo fallito, ma non te lo dico più.
Hai fallito, e non te lo dico più.
- Elisa, mi perdoni ma devo andare, le avevo anticipato che non mi sarei trattenuta a lungo.
- Come vuole, quando ci rivediamo?
- Non so, le telefono. Non mi accompagni, conosco la strada.

Una volta in macchina, sa che ha bisogno di ascoltare la musica. La musica avvolge tutti i suoi pensieri in un invisibile velo. Là dentro rimangono imbrigliati per tutto il tempo che serve. Là dentro un'alchimia misteriosa si attiva istantaneamente generando un effetto lenitivo.
Sono quelle piccole soddisfazioni che si concede, appagamenti momentanei che tuttavia le regalano un istante di piena incoscienza di sé: nana-nananaaa-na…
Luca, amore…

Il chiosco di fiori dal quale si serve si trova sul ciglio di una strada di periferia. Lo gestisce una donna bassa, grassa e molto anziana.
Ho sempre desiderato una nonna così.
Ha un fare materno, protettivo. A guardarla, l'unica cosa che viene in mente è quella di appoggiare la testa sul suo ventre, e lasciarsi accarezzare per sempre da quelle mani piccole, tonde e leggere.
- Ha tagliato i capelli, signorina?
- Sì, che ne dice?
- Che è ancora più bella. Ecco i fiori che mi ha ordinato. Ha visto che bella giornata?
- Già, splendida. Arrivederci, signora… posso darle un bacio?
- Con molto piacere.

C'è un sole magnifico, alla maniera dei film. Tutto guadagna un colore innaturale. Se accadesse una sciagura, con un sole così, puoi sempre immaginare che non sia stato vero. Puoi sempre credere che sia stato un gioco; un sole così ti autorizza a tutto.
Luca, amore…

E' arrivata. Il cancello è sempre aperto, dalle nove alle diciotto. E' sicura che i suoi la stanno aspettando, con l'espressione di sempre, per sempre. Ed infatti eccoli là, col loro sorriso lucido, ancora più lucido per il riflesso del sole.
- Mamma, papà, come state? Questi fiori sono per voi.
La sua voce diventa fanciullesca, innocente, quando parla con loro. Gli occhi le si piegano all'ingiù ai lati, per effetto delle sopracciglia che si raccolgono al centro, come si fa quando si è in preghiera.
Lo squillo inatteso del cellulare la spaventa, quasi fosse stata colta in una situazione illecita, immorale, disdicevole.
- Pronto?
- Buongiorno, amore!
- Luca! Sei tu? Scusami ma sono occupata, oggi è l'anniversario dei miei, sono con loro in questo momento.
- Scusa, non sapevo. Salutameli, e dì loro che sono impaziente di conoscerli.
- Sì, ciao, ci vediamo a pranzo.
Adesso un raggio di sole le procura una sensazione dolorosa. Allora indossa gli occhiali scuri.
- Era Luca… sapete, mi vuol bene.
Si inginocchia lentamente; intanto dalla borsetta tira fuori un fazzolettino di carta col quale lucida il vetro che protegge le immagini che continuano a sorriderle, come sempre, per sempre. Appoggia un bacio sull'indice e lo consegna a suo padre; poi fa altrettanto con sua madre. Poi pensa.
Sa di pensare ma non saprebbe dire a che cosa. Se interrogata, risponderebbe: hai presente quando ti trovi ad ascoltare una decina di persone che parlottano tra loro, e loro sanno che tu vorresti sapere di che parlano e proprio per questo la conversazione si fa sempre più enigmatica? Tu sei ad un capo di una stanza, e loro all'altro, uniti e complici, e ti guardano con diffidenza… e non sai perché…
Non riesce mai a calcolare quanto tempo resta lì, così. Si affida al rintocco della campana della cappella, che adesso segna le dodici.
- Ciao mamma, ciao papà.
E indugia per qualche secondo sui loro sorrisi di sempre, per sempre.
Ora si è levata una brezza leggera, calda. Attraversa il viale velocemente, senza voltarsi.
Poi cerca le chiavi della macchina dentro la borsetta, devono essere precipitate al fondo.
Poi si siede meccanicamente alla guida.
Poi inserisce le chiavi e mette in moto.
Poi sa che ha bisogno di ascoltare la musica.
Poi si sofferma per qualche minuto a guardarsi nello specchietto retrovisore: quando hai deciso, tutto converge sul punto in questione, si identifica nello scopo, e qualunque conflitto si dissolve. Ogni concetto acquista una sua logica, i possibili dubbi diventano elementi secondari, piccolezze; questa è quella che chiamano determinazione.
Nana-nananaaa-na…
Luca, amore, sto arrivando.
Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na…… Nana-nananaa-na…

A Luca piacciono le cose semplici, ma raffinate. E ama incontrarla in luoghi poco frequentati. Il ristorante si trova nei pressi della spiaggia dove spesso si sono intrattenuti in lunghe passeggiate.
Luca è sempre puntuale. Luca è là che la sta aspettando, e appena la vede entrare le va incontro e la bacia sulla guancia.
Luca non perde mai la calma. Luca è molto dolce. Luca vuole vivere con Ila. Luca non desidera altra donna all'infuori di Ila. Luca è innamorato di Ila. Ila ama Luca.
Luca, amore, eccomi.

Sulla spiaggia non c'è quasi mai nessuno a quest'ora. Oggi ci siamo solo io e te… amore. Che bello che sei quando mi tieni per mano così, come mi fai sentire tranquilla, serena.
- Sediamoci all'ombra, vicino a quel muretto laggiù.
- Sei stanca?
- No, voglio solo che mi culli un po'.
Le cinge un braccio intorno ai fianchi e la conduce al muretto. A lei pare di non fare alcuno sforzo per camminare. Un soffio di vento che le piroetta intorno le fa sentire la fragranza di Daniel, dolce, intensa, struggente. Struggente, tormentato, disperato… questo canto che sento nella mia mente, e questo profumo che si insinua nel mio corpo; sono un'unica cosa ormai, coi miei pensieri. S'intrecciano, si attorcigliano, si mescolano e si sciolgono e mi sciolgono.
Luca ha gli occhi belli, grandi, neri. Sorridono prima ancora della bocca. Se ci guardi dentro ci vedi la vita intera. L'amore è tutto lì, negli occhi di Luca.
- Abbracciami forte, amore.
Abbracciami forte.
Luca, amore mio.
Luca ha gli occhi belli, grandi, neri.
Luca, un uomo perfetto, al momento giusto. Le ha chiesto di sposarla, o perlomeno di vivere insieme. Non gli ha risposto di no, nemmeno di sì.
- Aspettiamo ancora un po'.
Luca ha gli occhi belli, grandi, neri. Sorridono prima ancora della bocca.
- Era Luca… sapete, mi vuol bene.
Luca ha gli occhi belli, grandi, neri. Sorridono prima ancora della bocca. Se ci guardi dentro ci vedi la vita intera.
Poi si sofferma per qualche istante a guardarsi negli occhi di Luca: quando hai deciso, tutto converge sul punto in questione, si identifica nello scopo, e qualunque conflitto si dissolve. Ogni concetto acquista una sua logica, i possibili dubbi diventano elementi secondari, piccolezze; questa è quella che chiamano determinazione.
Nana-nananaaa-na…
Luca ha gli occhi belli, grandi, neri. Sorridono prima ancora della bocca. Se ci guardi dentro ci vedi la vita intera. L'amore è tutto lì, negli occhi di Luca.
Sorridimi ancora così, Luca, come sempre, per sempre.
C'è un sole magnifico, alla maniera dei film… un sole così ti autorizza a tutto.
Luca, amore mio.
…con un sole così, puoi sempre immaginare che non sia stato vero. Puoi sempre credere che sia stato un gioco… Sorridimi ancora così, Luca, come sempre, per sempre.
Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na…… Nana-nananaa-na…

Non è la sua mano che sta frugando nella borsetta, sono loro. Non è lei che stringe nel pugno quella cosa, sono sempre loro… … che parlottano tra loro, e loro sanno che tu vorresti sapere di che parlano…… uniti e complici, e ti guardano con diffidenza… e non sai perché… …sono loro…
Non è lei che spara.
Stupore… …Ma ha tanta pazienza, Luca. E sa che non avrà altre donne all'infuori di lei. Non si chiede perché, lo sa e basta.
Sorridimi ancora così, Luca, come sempre, per sempre.
Luca, amore mio.
… la fragranza di Daniel, dolce, intensa, struggente. Struggente, tormentato, disperato… questo canto che sento nella mia mente, e questo profumo che si insinua nel mio corpo; sono un'unica cosa ormai, coi miei pensieri. S'intrecciano, si attorcigliano, si mescolano e si sciolgono e mi sciolgono.
Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na…… Nana-nananaa-na…

Se ne sta lì, seduta e assente. Non ha più voglia di parlare. Non capisce perché la stiano guardando in quel modo. E non capisce perché non possa muovere le mai. Le brucia la gola. Una donna le offre un bicchiere d'acqua.
- Posso fare altro per te?
- Sally, voglio vedere Sally.
- La porto subito.
La donna scompare per qualche istante. Ila rimane immobile, ad assaporare quel gusto di sangue che sente in bocca. La donna torna con un pacchetto in mano.
- Qui c'è un registratore e le tue cassette.
Dietro di lei, un uomo dall'aria riluttante regge in mano una piccola gabbia; l'appoggia sul tavolino con una certa fretta. Poi si strofina le mani sul lurido camice che una volta era bianco.
- Sally!
- Ciao, Ila.
La pappagallina svolazza istericamente, sbattendo più volte contro le pareti della gabbia. Ila non ce la fa ad andarle incontro, le si piegano le gambe. Con infinita tristezza rimane a guardare una piuma che atterra lentamente dopo aver eseguito numerosi volteggi in aria. La donna le chiede se vuole sentire qualcosa in particolare. Ila non risponde. Allora decide lei.
Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na… Nana-nananaa-na…… Nana-nananaa-na…

Con le braccia strette intorno alla schiena, si stende sul letto. Lo sguardo fisso alla porta di ferro, sulla quale ad intervalli regolari da una fessura compaiono due occhi inquietanti, che saettano in tutte le direzioni.
Non ha più la forza di parlare.
Si lascia andare ad un sonno silenzioso, obliante.
Luca, amore mio.