Pierluigi Porazzi

è nato a Cameri (No) il 02 marzo 1966 e risiede a Tarcento (UD)

Laureato in Giusirsprudenza, ha conseguito il titolo di Avvocato ed è attualmente impiegato presso la Regione Friuli Venezia Giulia.

PUBBLICAZIONI: 
2002: Pubblicazione di alcuni racconti in rete, in "Speaker's corner", sito della Rizzoli RCS (dicembre 2002 - gennaio 2003) e sul sito "Jumpy". 
1997: Pubblicazione di una raccolta di racconti presso Campanotto Editore (La Sindrome dello Scorpione
1996/1997: Pubblicazione di alcuni racconti sulla rivista "ACHAB", nn. 52, 54, 55 e 56 (Ed. Bariletti - Roma), rivista letteraria a diffusione nazionale: sette racconti pubblicati nell'ambito del "5° Campionato Scrittori d'Avventura" e tre racconti si sono classificati tra i primi dieci e uno al 2° posto assoluto del "4° Campionato Scrittori d'Avventura". 
1993: "Il Racconto" (Ed. Crocetti - Milano) n. 5, Ottobre 1993: pubblicazione di quattro racconti. 1990: "STAR MAGAZINE" (Ed. Star Comics, Perugia) n. 3, Novembre 
1990: pubblicazione di due racconti con recensione di Daniele Brolli. 
1987: Vincitore del concorso "Premio letterario Inedito L'Espresso" indetto dal settimanale "L'Espresso".

SCHEDA PERSONALE

-"Voglio la sua testa" - sbotta il Direttore Generale della Wilson, una multinazionale di dolciumi, rivolto al suo nuovo segretario.
-"Non si può andare avanti così: in tre mesi ci ha fatto perdere ventimila dollari con i suoi errori idioti. Entro domani voglio un nuovo contabile al suo posto. Adesso va' pure e provvedi tu a tutto, d'accordo?"-.
Rimasto solo nel suo ufficio, il Direttore pensa compiaciuto al suo nuovo segretario: "Un tipo in gamba, non discute mai un ordine, ed è sempre il più zelante; e pensare che l'ho assunto solo da due settimane. Anzi, adesso che ci penso non ho nemmeno guardato la sua scheda personale".
Si alza dalla poltrona e, raggiunto uno schedario, vi estrae una pratica e si mette a sedere.
"Come sospettavo: curriculum vitae ottimo, quasi perfetto".
Poi legge le note personali.
"Eccellente".
Quindi sposta l'occhio sulla relazione redatta dallo psicologo che, per regola instaurata da alcuni anni, sottoponeva tutti i nuovi dipendenti a un colloquio. Scritta in modo discorsivo, recita:
Il soggetto, pur dialogando con facilità e senza alcun timore apparente,
A questo punto sente dei rumori lontani
fa trasparire una profonda introversione, quasi psicotica, e presenta
che si avvicinano sempre di più...
parecchie difficoltà di astrazione a livello psichico, che ingenerano
poi dei passi che si avvicinano al suo ufficio,
un profondo imbarazzo nell'elaborazione concettuale del linguaggio
la porta si apre: è il segretario. Ha in mano qualcosa...
o, per dirla in termini più semplici,
...qualcosa che gocciola, ma non si vede bene..."Oh, mio Dio!"
prende tutto alla lettera.

 

WELCOME
(Comitato di Benvenuto)

Fame. Caldo. Freddo.
Poi senti rumori, voci, musica.
Improvvisamente vieni spinto da una forza invisibile. Qualcosa ti stringe. Non riesci a muoverti. Paura.
Ti ricordi dove stai andando. Sei sopraffatto dal terrore. Cerchi di aggrapparti a qualsiasi cosa, ma non ci sono appigli. Scivoli via lentamente. Conosci già la tua destinazione, anche se tra poco non lo ricorderai. Non possono permetterselo. Tutti devono dimenticare dove sono.
Sei quasi alla fine del cunicolo. Qualcosa ti afferra. Non puoi vedere i volti sorridenti intorno a te. Qualcuno ti dà uno schiaffo.
Piangi. Gridi tutta la tua rabbia. Ma ormai non serve a niente. Sei arrivato a destinazione.
Benvenuto all'inferno.

 

CICATRICI

Volti devastati da orrende ferite. Li vedeva tutti i giorni, nessuno pareva esserne immune. Eppure lui era il solo che potesse vederle. Fin da quando era un bambino aveva preoccupato i suoi genitori, che temevano per la sua sanità mentale e pensavano di avere un figlio visionario.
Fu solo col tempo che capì l'origine delle ferite che vedeva sulle facce della gente. Poteva vederle formarsi sui volti altrui ad ogni compromesso, ad ogni meschinità e cattiveria che la loro piccolezza li spingeva a compiere. Ma lui era diverso. E proprio per questo riusciva a vedere la devastazione sui volti altrui. Aveva sempre giurato che non sarebbe mai stato come loro, che non si sarebbe mai piegato alla società, non avrebbe mai vissuto una vita insulsa e banale. No, lui sarebbe stato diverso, sempre. Avrebbe fatto qualcosa di grande.
Intanto il tempo passava, e lui si laureò, si sposò e accettò di entrare nello studio legale del padre della moglie.
Dopo una dura giornata di lavoro, tornato a casa, dato il consueto bacio alla consorte, andò a salutare suo figlio. Il bambino gli fece una domanda. Uscito dalla stanza del figlio si chiuse in bagno. Si guardò allo specchio, aprì la finestra e si gettò verso l'asfalto.
Durante il volo di cinque piani, una sola frase gli risuonava nelle orecchie. "Cosa sono quelle ferite che hai sulla faccia, papà?"