Franco Zarpellon

Nato nel 1957 a Venezia, nel sestiere di San Polo, Franco vive da sempre nella città, o meglio nella sua espansione verso la terraferma: Mestre. Manager di professione, giocoliere dei numeri, tre fatti hanno guidato la sua voglia di leggere e il desiderio di scrivere: aver rincontrato, ormai ventenne, il maestro delle elementari; la nascita del figlio, che l’ha portato a immaginare e a raccontare mondi fantastici; aver condiviso, con una vecchia amica, i suoi primi racconti.
Franco ha partecipato a diversi concorsi letterari, nazionali e non. Suoi lavori sono stati pubblicati nella rivista trimestrale “La Nuova Tribuna Letteraria”, Venilia Editrice, Padova e nella raccolta “Base per altezza… diviso tre”, edita a cura della Direzione Didattica di Albignasego. Alcuni suoi racconti sono rintracciabili anche in rete.
Nel 2003 ha pubblicato per i tipi di Michele Di Salvo Editore un racconto lungo, “Il Giro delle Stagioni”. Nel 2007 ha pubblicato la raccolta di racconti “Specchi di Carta, Riflessi di Seta”, edito da Associazione Akkuaria.

Chi ci sta scrivendo e chi ci leggerà

"Lo sai?" disse ad un certo punto Baby Orsettino.
"Cosa?" rispose Orsetta la Bimba.
"Niente... beh, stavo pensando che tra un paio di settimane è la notte di Lorénz'Orsetto."
"E' vero, che bello. Lo sai che lo scorso anno l'ho passata dentro l'Altra Estate."
"Non lo sapevo, però in effetti non ti avevo vista. Ma sai, lo scorso anno ha piovuto e gli Orsetti Celesti hanno ritirato le stelle."
"Quasi, quasi sono stata fortunata... e poi, visto che non avrei comunque potuto godermi lo spettacolo delle stelle cadenti ho scritto una favola."
"Una favola? Tu? E di cosa parla?"
"Di chi ci sta scrivendo e di chi ci leggerà."
"E chi sono questi due signori?"
"Lui... (qui devo stare attenta pensava)... lui è, beh non vorrei mi togliesse la parola se faccio considerazioni troppo azzardate. A lui piace scrivere per essere letto. Non so se gli interessa realmente di noi, ma io spero che un po' ci creda, in noi, altrimenti potremmo scomparire, se lui lo volesse, così come ci ha creato. Sai, ho scritto questa favola anche per esorcizzare questo timore. In fondo, adesso una parte di lui esiste perché io l'ho inventata e, avendola inventata io, lui non può distruggerla e ho inventato anche la parte in cui lui ci ha creato."
"E l'altro signore della tua favola?"
"L'altro è in realtà un'altra (anche qui devo stare attenta, pensava)... lei è, beh non vorrei che poi ci credesse troppo e si facesse influenzare dalle mie considerazioni, soprattutto se troppo azzardate. A lei piace leggere ciò che lui scrive. Non so se gli interessa realmente di noi, sembra quasi che voglia leggerci attraverso, per arrivare a scoprire l'anima di chi ci ha scritto. Quando ci legge noi diventiamo invisibili e, se va avanti così, potremmo scomparire. Sai, ho scritto questa favola anche per impedirle di arrivare a tanto. In fondo, se io ho inventato una parte di lui, io, per lei, non potrò mai scomparire del tutto."
"E tutto questo cosa c'entra con la notte di Lorénz'Orsetto?"
"C'entra, perché se tu non avessi cominciato a parlare, questa favola non sarebbe mai esistita e tu non saresti mai stato creato."
"Cioè?"
"Lo sai!" disse allora Orsetta la Bimba.
"Cosa?" rispose Baby Orsettino.
"Niente... beh, stavo pensando che tra un paio di settimane è la notte di Lorénz'Orsetto"