Kado

non so dovrei presentare kado?
odio parlare di me in terza persona è così egocentrico
non sopporto le autocelebrazioni e poi non c'è niente da celebrare e anche di celebrale
se c'è qualche signorina che leggendo questa tragedia avvincente di inizio millennio si è per caso follemente innamorata di me o meglio di kado -questo giovane scrittore in erba -può pure scrivermi una mail
kadoa81@yahoo.it

PORNO HARD CORE

“ Ecco mi ritrovo così oggi come ieri e probabilmente come domani.

Cammino in una strada di merda tra ciotoli stronzi che scalcio skazzato.

E poi mi ritrovo qui con te, come un coglione

Ho quel sapore in bocca …quel gusto guasto di scontato.

Mastico pensieri crudeli, li mastico piano perché non ho meta e mi ritrovo così, oggi come sempre senza un fine.La tragedia dell’umanità è compiuta L’umanità mi fa piangere.L’umanità mi fa ridere.

I drammi quotidiani tanto importanti per l’uomo sono ridicoli.

Ci si affanna per niente.

Non c’è tragedia in questa vita.

Non ci sono eroi in questa tragedia.

Non c’è posssibilità di finire da eroi.”

Si guarda le scarpe nuove Stecco mentre altezzoso spurga aforismi seduto in una cazzo di panchina verde skrostata dal tempo.

Parla con Tico

“Non c’è molto da dire amico, così va la vita.” Risponde Tico che nel frattampo per ammazzare il tempo cerca di far centro con dei sassolini su un cestino di acciaio così colmo di opulenza da sbroccare immondizia.

Silenzio.

Stecco è alto e magro. Sarà alto forse 1 e 90 o forse più.

Gioca a basket da una vita e forse causa quel suo giocare da una vita si crede in dovere di improvvisarsi filosofo

Raccoglie una sfida mai lanciata da Tico e per quel suo impulso irrefrenebile di emergere come il migliore incomincia a tirare sassolini nel cestino di acciaio verde, pandan con la panchina in perfetto arredamento urbano, esultando con il suo ego ogni qual volta riesce a far centro.

Ma Tico non tira per far centro tira e basta così si ferma.

Per un po’ Stecco continua, ma da solo non ha senso, senza competizione senza un vincitore per lui non ha senso così anche lui si ferma.

Silenzio.

“ sai qual è il punto Stecco “ dice Tico e lo dice non per interrompere il disagio del silezio, anche perché non c’è disagio in quel silenzio visto che i due si conoscono da troppo tempo per sentirsi imbarazzati dal silenzio, ma perché ha realmente qualcosa da dire.

Tico è una di quelle classiche persone di poche parole che quando danno aria alla bocca vanno al punto; colpiscono il bersaglio e ti danno la soluzione così come se fosse venuta dal nulla o meglio come se fosse stata sempre li nell’aria e tutti lo sapevano o olmeno ne avevano il presagio ma nessuno riusciva bene a mettere a fuoco. Ecco Tico è uno lucido.

“ sai qul è il punto Stecco, è che in un parco non succede mai niente di eclatante. Voglio dire siamo qui da un’ ora a fumar cannoni senza combinare un cazzo …perché non andiamo a casa tua a giocare con la play station.”

Fatta.

I due escono dal parco skazzati scalciando ciotoli stronzi

Appena fuori dal cancello trovano una macchina aperta. Una uno turbo, bianca del 92 ribassata con la minigonna, i cerchioni in lega e tutte quelle puttanate da tamarro proletario che avrebbero potuto farla apparire agli occhi di un bambino di periferia come un missile rombante.

“ che figata, chissa di chi cazzo è?” dice Stecco

“ che merda di macchina ..” commenta disgustato Tico.

“ ci facciamo un giro…dai guido io!” propone coscienziosamente Stecco mentre quasi si piscia addosso dall’emozione.

“ va beh ! “ risponde annoiato Tico.

Bene quello è il più grande difetto di Tico.

Ma dico sul serio, non l’annoiarsi ma il qualunquismo. A lui vanno bene tutti e tutto, e tutti e tutto non gli vanno a genio. È insoportabile il suo qualunquismo che lui ama definire nichilismo.

Ma è qualunquismo credete a me.

.Così Stecco accende la macchina dopo aver collegato i due filetti ,quelli dei films quello giallo e quello blu sotto il cruscotto. Breeem.

Così Tico si accende una diana blu moon con l’accendi sigari

I due partono fanno si e no 59 metri, escono allo stop di via Santo Niente e prendono sotto sulle strisce una donna grossa come una portaaerei.

“ sono cose che capitano “ avrebbe normalmente asserito Stecco se non avesse il culo appoggiato su un’ auto praticamente rubata.

“ filiamo” avrebbe detto Tico se la professoressa Titti Grassavacca non conoscesse bene Tico e fosse proprio lei quella portaerei.

La donna rotola atterra poi ansimando cerca di appoggiarsi al cofano della macchina che come se avesse ribrezzo fa uno scatto all’indietro.

Stecco di istinto fa retromarcia sterzando a destra. Va a sbattere sul lampione rosso all’angolo dell’incrocio lasciando una botta sul paraurti posteriore.

Gira la carretta fiat che, come un centometrista doppato a cui qualcuno a morso il culo, parte come uno skizzo lungo via Naisel Mansel.

-“ che cazzo facciamo Tico!.. siamo nella merda.. siamo nella merda fin sopra il naso..cazzo cazzo..”

-“quella puttana. Ho provato quell’esame 4 volte capisci, odio la biologia e quella nazista della Grassavacca non mi ha dato diciotto neanche per pietà, non si fa esasperare capisci, lei e la sua integrità professionale del cazzo, non ci arriva che a me della biologia non me fotte niente.”

-“ cosa centra il tuo esame di biologia! Ma porca puttana!”

-“ hai presente la balena che hai appena provato a trasformare in sottiletta..beh è la mia professoressa di biologia .. quella puttana!”

-“no cazzo non poteva andar peggio no cazzo adesso cosa facciamo Tico!? Cazzo adesso cosa facciamo! Quella ti conosce, 4 volte ma sei demente e poi con la faccia da sberle che ti ritrovi ..è impossibile dimenticarsela è come un calcio nelle palle”

Tico pensa, di solito è proprio in queste situazione che da il meglio di se, quando nessuno sa cosa fare lui che di solito non sa cosa fare trova le soluzioni.

Ma a quel punto Stecco incomincia un melodramma di cui lui è protagonista al centro di un universo malevolo che lo vuole soccombere nella sfiga.

Un intrigo un complotto del destino.

I due si ritrovano a correre su una strada di merda, masticano pensieri crudeli, li masticano piano perché non hanno meta e si ritrovano così oggi come sempre senza un fine a vivere la tragedia dell’umanità.

-“ cazzo che situazione sgradevole” dice Tico con un eufemismo che mi fa pensare non so perché a Miriana Trevisan che tromba Mike Buongiorno per una raccomandazione.

-“ sgradevole, si proprio sgradevole..ma apparte la grossamucca ..”

-“ Grassavacca!”

-“ scusa amico ..apparte il dinosauro ci ha visto qualcun altro?”

-“ no non c’era nessuno”

-“ e come fai ad esserne sicuro?”

-“ non lo sono.”

-“ ma cazzo tutte a me..” e ricomincia il dramma di piagnistei e lamenti del povero Stecco vittima del fato.

Tico pensa, poi, interrompe la lagna di Stecco.

-“ ho un piano .. Stecco, sai cosa facciamo?”

-“ noo dimmi Annibal!”

-“andiamo sul lungo Bacchiglione e ci buttiamo dentro la macchina e, per quanto riguarda la foca monaca, ci costruiamo un alibi ad hoc!”

-“ad hoc? Come l’uovo?!”

-“ si dai porca puttana !!!”

fatta

Lungo la strada Tico ha la geniale idea di fare una canna. Si fa un filtro e si prende una cartina dal portaoggetti della macchina. Tira fuori dalle palle un pezzo di marocchino tavola alta e dopo una veloce scaldata ne sbriciola un tocco sul palmo della mano sinistra.

Prende una diana blu moon dal pacchetto e con mestiere da una leccata lì dove i due lobi della carta si attaccano, strappa deciso il filetto , butta il tabacco con il fumo sul palmo, lo smista alla meno peggio e rolla a bandiera un trozzo pessimo tozzo e panciuto.

Tutto questo in poco più di un minuto. Un fenomeno da circo.

Poi accortosi che sembra la canna di un bocchia delle medie si giustifica.

-“ le Rizla sono proprio cartine di merda!!”

Stecco annuisce.

Bene sono arrivati in riva al Bacchiglione dove solo le nutrie resistono al fetido odore di inquinamento che emanano le sue acque verdastre.

Galleggiano sopra canne di bambù spezzate dal vento e schiumette multicolori. Gli insetti gironzolano fischiettando, mi si ferma vicino un moscerino, mi guarda, lo guardo, sorrido e lo schiaccio.

Stecco mette a folle e i due incominciano a spingere la tragedia con le ruote fin sopra l’argine sperando sia un baratro di oblio.

Plof come uno stronzo il trattore all’inizio galleggia poi piano si riempie d’acqua e si adagia al fondo fangoso.

Il problema è che in quel punto l’acqua è alta poco più di un metro e rimane fuori un terzo della vettura.

-“ merda!”

-“ noooh MMEERRDAAAA!!!! Tu e le tue idee del cazzo Tico!”

-“ le mie idee del cazzo, mica sono stato io ad avere l’idea di rubare una macchina, mica sono stato io a prendere sotto la mongolfiera!”

-“innanzitutto la macchina non volevo rubarla e poi tu eri d’accordo e per quanto riguarda la grossamucca..”

-“ cazzo si chiama Grassavacca!!!”

-“ok ok per quanto riguarda il dinosauro è stato un incidente!”

- “ poi io non ero d’accordo ho detto va beh ma non ero completamente d’accardo ..”

-“ cristo e va beh che cazzo vuol dire!”

silenzio .

Tico tira fuori la canna e se l’accende. Soffia via il fumo che se ne va su, dove il biossido di carbonio forma una cappa di nebbia ansiosa e luce rarefatta.

I due rimangono fermi a contemplare il fallimento con il volto grave e rabbioso espressione di quella aggressività, frutto di quella frustrazione dovuta all’incapacità di uscire da quella situazione “ sgradevole”.

-“ porca puttana Wave è dal parco che non dici una parola si può sapere cosa stai facendo?” mi sbraita dietro Stecco che si è accorto della mia esistenza.

-“ niente sto guardando questa rivista porno..era per terra dietro la macchina del tipo della uno bianca..”

-“ fa vedere…niente male” approva Tico

-“ si proprio niente male “ è d’accordo anche Stecco

c’è una tettona di nome Luana che si fa fottere in tutte le salse da un negrone con un cazzo di 30 centimetri o forse più, una cosa aliena. Il titolo è eccezionale: “ la contessa Luana”

-“ beh penso proprio che andrò a casa” dico io

-“si anche io!” dicono in contemporanea sia Tico che Stecco.

-“ciao!” -“ciao!” -“ciao!”