Angelo Zabaglio

nasce nel 1979 a Latina. Autore del romanzo "Ed ora cominciamo" (Prospettiva Editrice), "Storie brutali" (Ed. Il Foglio) e "Il figlio in Bruno" (Ed. Il Foglio). Autore di sceneggiature per cortometraggi, tra le quali "Il principiante" (GPS e Digital Desk produzioni. Miglior soggetto ScriviRomaGiovani Premio Solinas, Premio "CinemAvvenire"); "Verità impossibile" (Mithril Production).
Ha creato i video-arte "Ho conosciuto", "Amore impassibile 2" (terzo posto premio del pubblico Festival Nazionale Cortometraggi di Nettuno); "Le illusioni dei vincitori"; "Nei secoli dei secoli"; "La prospettiva della m.d.p. a fior di pelle"; "La signora molto aperta"; "Differenze sostanzali tra errori volontari" e "La bestemmia cinematografica" Compone musica elettronica, con lo pseudonimo "Vertigo". Autore del corto teatrale "Le associazioni delle idee". Alcune performance: Poetry Slam Nazionale Il Filo (vincitore edizione 2003) Poetry Slam Interrete di Milano (vincitore edizione 2004) Poetry Slam Fiera Internazionale del libro di Torino (vincitore 2004) Reading al Newton mixII (con ANONIMA SCRITTORI) Reading letterario al Pub Cinastick di Perugia (con ANONIMA SCRITTORI) 
Ha partecipato a numerosi reading con il collettivo Anonima Scrittori. email: vertigoaz@yahoo.it
Info sull'autore: www.angelozabaglio.it

GIUGNO COL BENE CHE TI VOGLIO TI AMMIRO PIU' DI LUGLIO

Una squallida storia "anti-grammaticale" d'amore, morte e
cosmopoliti fumatori.

1) Nel lontano Rio Bravo una giovane indiana era intenta
nell'astuta operazione intitolata "Missione goldfinger". La
giovane indiana era ben fornita di Dolce Forno, quello che
usano le bambine indiane per cucinare dolci, patate e
scaloppine di plastica. La figlia della giovane indiana,
un'indiana trapiantata in loco decenni prima, vinse, il
giorno precedente, il terno a lotto sulla ruota di Bari ed
il ristorante cinese "La Cina è vicina al Cinavillage"
(insegna devoluta da Monsignor. Teodoro Alfieri cavaliere
del lavoro e fondatore, insieme alla cognata Nicoletta
degli Esposti, dell'insuccesso editoriale dell'anno: Enigmi
Settimanali) vinse, si diceva, un lettore dvd compreso di
spina e pile stile per il telecomando non incluso. La
giovane indiana non aveva mai vinto niente prima d'ora, il
suo gatto ne prese atto tristemente.

2) In quel tempo, la madre, ovvero la giovane indiana
intenta ancora nell'operazione di 007, annuì un dolce
dolore allo stomaco destro, una fitta acuta come un pezzo
di vetro macchiato di sangue nobile, una loffa intestinale
che la costrinse ad ammutinare il polmone rimanente e
sporco di catrame nero. Tre mesi prima aveva sofferto di
questo dilemma: comprarsi una casa in riva al mare o pagare
l'affitto per una palafitta? La giovane indiana terminò la
sua inutile esistenza con questo dubbio. Emanò un breve
urlo consolatorio che fu udito dalla figlia non vedente che
stava masticando pezzi di plastica a forma di cotoletta
alla milanese "Very good and now suck my dick!" le disse il
cugino, un nero dalla pelle scura nato nel carcere di San
Pietro Burgo, proprio nel giorno del suo compleanno. La
radio trasmetteva "Xverso".

3) La figlia della giovane indiana rispose prontamente:
"Come ti permetti?! Non senti che my mater sta male?
Ingrato pervertito! Solo perché sei mio parente non è detto
che debba succhiarti il testacchio!" e i due risero a
crepapelle, lei masticando, lui con un erezione allucinante
ed imbarazzante. Infastiditi dalle urla della madre e della
zia, si recarono, non senza calpestare involontariamente
tre formiche anarchiche, nella stanza adiacente: la zia
stava praticando la respirazione bocca a bocca alla madre
della giovane che, sfortunatamente era deceduta da ormai 33
secondi netti. "She's death!" dissero. Non è possibile! Ho
vinto il lettore dvd da poco! It's impossible!" E la zia
prese tra le braccia la figlia della giovane indiana e la
consolò piangendo e bagnandole la chioma castana tinta con
l'Ennè.

4) La bocca dell'ex giovane indiana era paralizzata e semi
aperta, una zanzara le fece una puntura sulla tonsilla. Un
acido puzzo di urina, feci e cabina elettorale stimolò la
figlia che cominciò a succhiare il latte dalla zia mulatta
del cugino. "Figlia mia!" disse lei con le lacrime
all'occhio. Il latte colava dal seno saporito dell'orba. Il
cugino nero non poté non eccitarsi davanti a tale scena. Il
suo pene era in erezione ormai da sei giorni, con
conseguenti problemi nel dormire e nel girovagare in
piazza. La poppata terminò e due giorni dopo venne
celebrato il funerale della giovane indiana nella chiesa
del Rio Bravo. La bara in legno massiccio, venne acquistata
usata al mercatino della Memoria di Latina. I presenti
erano discretamente tristi, gli assenti sufficientemente
indifferenti, il prete portò ritardo di tre minuti e si
scusò.

5) Anche il diretto Cisterna-Rio Bravo portò ritardo, ma
questi non aveva né biglietto né soldi e Aristide dovette
pagargli la multa. Aristide e Ritardo giunsero in chiesa
mentre scorrevano i titoli di coda. Il chierichetto
all'entrata li invitò gentilmente di attendere l'inizio del
funerale successivo. Nacque una lite che prontamente venne
battezzata con olio di ricino. Lite smise di piangere ed
iniziò ad eseguire qualsiasi ordine gli veniva imposto. I
presenti inventarono perciò il gioco del
"zittoemuto-nonpensarecipensoio". I convenuti al funerale
decisero di recarsi a casa della defunta e cominciarono:
"Fai una trottola!" e la pupa trottolò. "Dai un pizzico
alla padrona di casa!" e la pupa si recò al cimitero, scavò
per terra, aprì la bara, pizzicò la giovane indiana,
richiuse la bara, risistemò il terreno e ritornò a casa.

6) Il gioco continuò per altre due ore circa. Il clima
d'ilarità prese ad imitare la defunta e svanì lentamente,
alcuni presenti intrattenevano con i vicini, discussioni
filosofiche riguardo il rapporto tra confetti alle mandorle
e confetti Falqui, finché Aristide non disse alla pupa:
"Bevi questo!" e la pupa bevve la vodka tutta d'un fiato.
"Mangia quello!" e la pupa si avvicinò all'acquario, prese
un pesciolino, lo mise in bocca e lo ingoiò ancora vivo. Un
sorriso di bimba apparve sul volto di Lite. "Buttati dal
balcone!" e la pupa ubriaca e sazia si gettò dal settimo
piano del palazzo e non ritornò più. Tutti a ridere a
crepapelle, tranne il proprietario della Panda parcheggiata
sotto il balcone. L'unica frase consolatoria che riuscì a
dire fu: "Il vetro non è un problema, il tettuccio mi
costerà caro. ma per fortuna la vernice era rossa!".

7) Il bulbo oculare di Lite, a causa dell'impatto, schizzò
in bocca al barbone Egidio Candio che esclamò: "Finalmente
si mangia!". Il signor Candio divenne un senza-tetto in
seguito alla caduta del muro di Berlino che per sbaglio gli
distrusse la casa. Viveva da solo, la moglie lo abbandonò
tre giorni dopo il matrimonio urlandogli: "Impotente tre
alla seconda, voglio vedere i miei figli! Voglio proprio
vedere dove vai a finire! Senza Vitasnella in offerta
speciale! Ho condiviso il Condiriso con te e più non
posso!". Egidio non fece in tempo a capire. La donna era
sparita e si ritrovò solo, in compagnia di una scatoletta
di tonno al naturale. Giorni tristi. Giorni amari. Il
signor Candio arrivò a mercificare il suo corpo in cambio
di 50 euro. In una notte di luna piena l'avvocato Giugliemi
lo sodomizzò ed in cambio ricevette 100 euro falsi.

8) Giugno è alle porte, l'afa s'insinua sotto le gonne dei
viados milanesi, il pappone guadagna di più, risparmiando
cocaina per le troie notturne e di conseguenza il pusher
calabrese è costretto a smerciare più fumo del solito. Per
fortuna il gruppo di amici organizzò un falò sulla
spiaggia. La figlia della giovane indiana portò il fumo, il
cugino nero le cartine, la zia le sigarette, Aristide la
birra, Ritardo i superalcolici, il chierichetto il vino, i
convenuti al funerale bicchieri e fazzoletti, Egidio
niente, la sua ex moglie un fustino di Dixan, l'avvocato
Guglielmi i preservativi, i viados milanesi i jambè, il
pappone sei angurie, le troie notturne il rosario, il
pusher calabrese il televisore portatile. Quella notte
Rete4 trasmetteva "8 ½" di Fellini. Le onde del mare non
disturbarono la visione del film, la pubblicità ci riuscì
benissimo.

8½) La congrega di amici si addormentò sulla spiaggia. Il
primo a svegliarsi fu Egidio che fece accomodare la luce
nei neuroni, si sollevò e si gettò in mare con la
disinvoltura di un coccodrillo. Immerse il capo nell'acqua
e ritornò dagli amici dormienti. Sorseggiò l'ultima birra,
baciò sulla fronte l'ex moglie, sfiorò le sue labbra con le
dita e si diresse verso la stazione con l'innocenza dello
scorrere di un fiume.

(ringrazio il dadaista Andrea Coffami, gli Squallor e Federico Fellini)