Cesare Furesi

Scrittore/sceneggiatore 49 anni, con particolare propensione a discorsi
sulla disabilità , con la quale, purtroppo è abituato a convivere.
Vincitore di svariati premi letterari, anche internazionali. Socio
Onorario della Biennnale del Vesuvio per il romanzo "Che culo! Ho
trovato posteggio!" (presentato al Costanzo). Diverse le sceneggiature
cinematografiche premiate in concorsi nazionali.

Monologo di un debuttante

Si apre il sipario, l'attore è al centro del palco, illuminato da un occhio di bue. Ha la fronte imperlata di sudore, lo sguardo alla ricerca di qualcosa, almeno mentalmente. Il silenzio della sala fa in modo che si senta il suo deglutire.
Pochi ma pesanti secondi, poi lo sguardo dell'uomo si trasforma in un sorriso, compiaciuto sorriso. Prende fiato…

"Se dovessi descrivere quello che provo in questo momento, forse mi ci vorrebbero due ore. E non sto esagerando, ve lo giuro. Prima di salire, eh… prima di salire… ancora più un casino. Perché poi, ti prepari, intendo psicologicamente, cioè ti metti in testa di guidarti. Da solo, intendo, cioè quasi un "se mi ricordo tutto, sono a posto". Niente, tutto saltato. Schemi, intuizioni, anche le movenze, preventivamente elaborate… è tutto saltato.

Prima di salire, giù nei camerini… immaginate che ero seduto su non so cosa, dentro non so cosa, con tanto non so cosa attorno… che parlava… di non so cosa. Solo un brusio, ecco cosa sentivo. E dovevano essere tanti, ma io non li vedevo, e dovevano senz'altro parlare tanto, ma io… non li sentivo. Ero solo… in compagnia del programma. Del programma mentale costruito. "L'inizio me lo ricordo", questa era la sola certezza. "Prima cosa i saluti, e i ringraziamenti. Poi quella bellissima frase di Montale che sblocca perché fa sorridere, e… appena svanito il sorriso di quelli che hai deciso di guardare, senza fissare, fra la prima e la terza fila, continui… spieghi le motivazioni… il perché hai deciso di montare uno spettacolo che scherza col serio…

… diteglielo al cervello, e se anche vi dice che non è colpa sua, ma della gola, e la gola dà la colpa alla lingua, e la lingua dà la colpa alle labbra… ditelo a chi volete, ma ditelo che si perde il controllo. Ditelo prima, non dite solo puttanate!

Ad esempio Umberto, alle mia domanda "Cosa si prova a stare su un palco… da protagonista?" ha risposto con una tale sufficienza…che se avessi potuto fargli del male, senza essere preso per pazzo, gli avrei strappato le orecchie poi, per essere ancora più cattivo, gli avrei chiesto, ridendo con gusto:"come ti senti?". Però, nonostante sappia che magari non tutto è verità, non riesci a far meno di considerare quello che senti. "Come sali e pronunci la prima sillaba, è fatta. Sblocchi, automaticamente. Da lì in poi, vai alla grande!" . "Guarda sempre un palmo più in alto della testa" e "Non fissare nessuno".
E questi consigli li ritieni affidabili, almeno questi, e quindi decidi di rispettarli, cioè di metterli in pratica. Ecco… io non ci sono riuscito. Ho dimenticato tutto, tutto quello che dovevo dire. Non sono riuscito a proferire la famosa prima sillaba… che sblocca. Non sono riuscito a non guardare, a non fissare. Non sono riuscito a… niente. Solo a spiegarmi."

Cala il sipario.