Maurizio Elli

Che dirvi di me ... mi chiamo Maurizio e sono nato a Milano nel 1946, sono un prodotto postbellico, con tutto il romanticismo e il desiderio di vivere di chi non sa cosa sia "la guerra" ... e che non vuole conoscerla! Dal mondo mi giungono gli echi di quanto l'uomo è in grado di produrre, ma cerco di non imitarlo e di dare spazio ad altri valori della vita, anche se so della presenza di questi! Potrei dirvi che mi diletto nello scrivere poesie e racconti. Amo molto la pittura e la grafica; e faccio incetta via internet di quadri d'autore e di pittori nuovi che un giorno saranno famosi. Ma è soprattutto lo scrivere e il cercarte spunti da fatti di vita che mi "ingarbuglia" la vita e mi intriga non poco! Il racconto a seguire è proprio uno spunto dalla quotidianeità e di come la nostramente è in grado di costruire una storia su un fatto estremamente "normale", mettendoci qualcosa di tuo, nulla più. Buona lettura!

PECUNIA NON OLET

E' ottobre da qualche giorno, un buon inizio d'autunno con temperatura mite e colori stupendi. Sono giunto a Boario, proveniente da Milano per fare le cure termali e ho appena preso possesso nell'albergo, di una camera singola, la numero 11. Ho subito l'asportazione della cistifellea, era un po' malconcia e ora sono qui per rimettere in sesto il mio fegato e il mio corpo con le acque delle terme. Sono un giovane uomo di circa 33 anni e mi sento un po' bimbo in questa località, dove la maggior parte delle persone ha una età ben più avanzata della mia. Sto ultimando di disporre nell' armadio e nei cassetti il contenuto delle mie valigie; è sera, tra poco si cenerà e mi sto preparando per la serata.Giunto nel ristorante il caposala mi accompagna al tavolo che mi è stato assegnato, è il numero 11. Nella sala vedo diverse persone e quasi tutte vestite con sobrietà, dico così perché c' è sempre qualcuno che vuole apparire eccentrico . Dopo cena vado nel bar dell'albergo, dove vi sono altre persone e delle comode poltrone che rendono confortevole il locale. Ho con me il libro che sto leggendo, IO ROBOT di Asimov, e dopo il caffè è mia intenzione riprenderne la lettura, seduto in una di queste poltrone. Ogni tanto interrompo il libro e con discrezione, almeno spero, osservo e "spio" le persone all'intorno per scoprire come sono o cosa mi sembrano ... Si è fatto tardi e sento il desiderio di salire in camera per guardare un po' di TV e poi a nanna. Il sole che cerca di farsi spazio filtrando dalle tapparelle mi annuncia il nuovo giorno e svegliandomi mi fa percepire una gradevole temperatura. Entro alle terme ed inizio la mia cura con le acque e tra un bicchiere e l'altro cerco di passeggiare per scoprire l'ambiente nei suoi vari aspetti. Ho la conferma che l'età media è piuttosto elevata, pazienza cercherò nei libri, nel cinema e nella televisione un po' di svago per evitare la noia. Quando rientro in albergo per l'ora di pranzo mi viene incontro Giovanna, una giovane e simpatica cameriera, che mi dice, a mezze parole, di stare attento perché è pronto il tranello?! Sorridendomi mi dice di stare attento, molto attento, poi si interrompe, mi sorride e garbatamente si congeda da me, così rimango come uno stoccafisso e più stupido di prima. Dopo aver pranzato, anziché salire in camera, ordino un caffè e vado a sedermi su una comoda poltrona del bar interno all'albergo, sempre in compagnia di "Io Robot". Poco dopo arriva Giovanna con il caffè e io cerco nel suo occhi più disponibilità e la vorrei meno reticente e più chiara relativamente al suo messaggio di prima; ma purtroppo sorridendomi non modifica la sua posizione. Pazienza, aspetterò il maturare degli eventi e poi si vedrà. Nel pomeriggio rientro alle Terme e cammino molto e con la macchina fotografica vado alla ricerca di qualcosa d'interessante da fotografare. Ecco trovato il soggetto! Un ragno. Si un ragno, è li che sto lavorando alacremente per tessere la sua tela e lo vedo molto applicato e attento, attento nella costruzione simmetrica e armoniosa della sua casa-trappola. I raggi del sole colpiscono i fili della tela e le fanno assumere colori suggestivi, io intanto inizio a scattare alcune fotografie. Il ragno mi guarda stupito e impaurito, sono molto vicino a esso e solo l' incauto volo di una mosca che finisce nella trappola lo distoglie dal problema che rappresentavo io. Fotografo entrambi predatore e preda, poi finisco di essere così invadente e vado alla ricerca di altri soggetti. Vengo attratto dal rumore della musica che proviene dalla sala da ballo all' interno delle Terme e incuriosito prendo quella direzione. Giunto sul posto trovo l'orchestra che suona musica anni '60 e tante gente; molti ballano, altri, i più, stanno seduti o in piedi e guardano con curiosità quello che accade. Tutto questo "quadretto termale" è composto da persone che hanno sempre accanto il bicchiere d'acqua delle fonti che ridarà a loro un fegato più centenario ... Dopo un'ora lascio la sala da ballo e riprendo a girare in compagnia del mio bicchiere e imbracciando la macchina fotografica pronto a scattare, se trovo il soggetto giusto. E' quasi sera ormai, è ora di rientrare in albergo e mi dirigo verso l'uscita delle Terme. Sono nella mia camera e sto preparando tutto per farmi una doccia stimolante/rilassante. Intanto accendo la TV per sentire le notizie di quanto è accaduto nel mondo. E' tutto pronto e mi infilo sotto l'acqua calda che mi investe con forza e delicatezza, dandomi subito una sensazione di grande piacere. Ho quasi finito tutte le operazioni di preparazione per la serata, (che serata?) e con le mani mi sto spalmando il dopobarba sul viso, la camicia l'ho scelta il resto è tutto a posto, ora scendo un momento prima di andare a cena e poi si vedrà. Dopo cena, una discreta cena direi, mi dirigo verso il bar sempre in compagnia del libro di ASIMOV e ordino il solito caffè e vado alla solita poltrona, come faccio ormai di consueto. Dopo pochi minuti ho il caffè, ma non è Giovanna a portarmelo, è un giovane cameriere, lo bevo di gusto e poso la tazzina sul tavolino che ho di fianco e riprendo con voglia la lettura del mio libro. Mentre sono tutto assorto, nella lettura del racconto, vengo travolto da una signora che s'affretta a chiedermi subito perdono, ma che al tempo stesso si accomoda nella poltrona accanto alla mia. Io un po' frastornato dal fatto, c'era molto spazio per passare e inciamparmi addosso così mi lascia incredulo; cerco di guardare questa signora e scopro che non è più giovane, avrà una età stimabile di circa 60 anni, è ben vestita, slanciata, molto profumata e con addosso oro con gusto e sobrietà. La signora mi sorride e scusandosi ancora, comincia a raccontarmi un po' dei fatti suoi, tipo; sono sola in albergo, mi annoio, vorrei svagarmi un po'. e mi rende edotto che è sistemata in albergo da circa una settimana.Mentre la signora, con garbo, mi sciorina tutte queste sue notizie, io mi ricollego con la mente a Giovanna la cameriera, e subito mi si presenta chiaro il quadro della situazione. La signora continua a parlare, io l'ascolto e al tempo stesso preparo la contromossa, come in una partita a scacchi. Prima ancora che io possa essere propositivo è lei che mi invita, per essere dalla sua, per una serata danzante, al dancing "Notte di stelle". Io, forse; rimango un attimo perplesso, ma poi prontamente accetto, anzi le dico che andremo a ballare con la mia auto e subito, se lo desidera. Lei, o meglio Maddalena, mi sorride contenta e dal suo viso appare un senso di piacere come di aver azzeccato la mossa e io soddisfatto passo alla mossa "di cavallo" sulla scacchiera. Siamo nel dancing, la musica è dolce e non devastante e subito iniziamo a ballare; Maddalena appoggia la sua guancia alla mia e mi stringe le mani con intensità e subito dopo si stacca da me per cercare complicità e consenso nel mio sguardo. Io ci sto, sono tutto preso da questa "regina" che è partita alla carica e devo curare le sue mosse per proteggermi dai suoi assalti, se sarà necessario "arroccherò". I balli si susseguono e lei sempre più combattiva porta la sua bocca verso la mia e con le sue braccia mi invita a stringerla con più intensità. Io accetto tutte le sue mosse, la trovo una donna piacente e da maschio "preso" provo piacere in questi suoi continui avanzamenti sul "campo". Ora l'orchestra sta eseguendo un lento mozzafiato, "My way" e come per incanto sono io ad attaccare, lei è sorpresa e compiaciuta, e all'improvviso mi posa le sue labbra sulle mie e tira un sospiro di sollievo perché ha messo a segno un bel colpo e io non ho avuto reazioni negative. Dopo questo ballo mi invita a lasciare la pista e ritornare verso il nostro tavolo e appena seduti mi prende con vigore la mano e sorridendomi la posa sul suo seno, inviandomi un intrigante bacio aereo . Io contraccambio il bacio e lei a tambur battente mi invita a rientrare in albergo ... La mia posizione sta ormai precipitando e i suoi continui attacchi non lasciano che due possibilità; o accetto o rifiuto ... Prima ancora che possa rispondere, Maddalena mi infila rapidamente una sua mano nella tasca sinistra della mia giacca e io altrettanto rapidamente vado a verificare il suo gesto. Con la mano frugo in tasca, al tatto scopro che si tratta di soldi e oltretutto nemmeno pochi ... Prima ancora di arrivare a una scelta delle mie due possibilità, lei con modi gentili ma coinvolgenti, prendendomi la mano si alza e guardandomi con sensualità mi fa alzare e di li a poco siamo alla mia auto con destinazione albergo. Un attimo e siamo nella sua stanza,la numero 22, e Maddalena con dolcezza e con desiderio mi spoglia e mi mette nudo nel suo letto, poi dopo pochi istanti mi è accanto nuda e sempre più audace. Il suo corpo non è più quello di una volta, ma la poca luce e ...i suoi modi passionali e il mio essere "homo" rende tutto più gradevole. La sento ansimare con intensità, il suo corpo rilassarsi tra le mie braccia, sorridermi con piacere e stamparmi con entusiasmo un bacio sulle labbra. Quella notte fummo contenti in due ... Al mattino, prima del suo risveglio, uscii dalla sua stanza cercando di non farmi sentire ne scoprire dagli altri presenti nell'albergo e rientrai nella mia camera. La notte mi aveva portato consiglio e avevo preso una decisione che il denaro dovevo renderglielo, perché anche se "pecunia non olet" io non mi sentivo assolutamente un "uomo da marciapiede", anzi ero così sereno che ritenevo di aver fatto persino una buona azione. Stavo preparando una busta in cui mettere il denaro, quando sentii bussare; non risposi e continuai le mie cose aggiungendo due righe in cui dichiaravo che avevo accettato tutto ciò solo per gioco ... Quando mi sentii sicuro, che alla mia porta non c'era più nessuno, aprii per andare alla sua camera e renderle il denaro da sotto la porta. Giunto davanti alla sua camera, ecco all'improvviso aprirsi la porta e mi trovo Maddalena in vestaglia che mi guarda seria e velatamente triste, io le sorrido e le porgo la busta e lei di rimando non vuole accettare e sorridendomi con la mano la spinge verso di me. Io allora le prendo la mano e con delicatezza la rimando verso di lei e con fermezza le consegno la busta, allora Maddalena comprende che ogni suo tentativo sarà inutile. Mi guarda, mi sorride e con tenerezza mi accarezza la guancia sinistra, è consapevole di quanto è accaduto la scorsa notte, e sa che l'unica soluzione è quella di conservare un tenero e delicato ricordo, quello di una notte meno noiosa di quelle precedenti ...


TEMPORALE D'AGOSTO

Sono trascorse da poco le 17:00, sto uscendo dalla ditta dove lavoro.

La mia giornata d'ufficio, con relativi pensieri, è ormai alle spalle e sto per rituffarmi nel mio privato. Lancio uno sguardo al cielo, non promette nulla di buono, nubi basse e dense preannunciano tempesta e grandine. Sono giorni che non piove, Milano è avvolta da una cappa di umidità e questo cielo sta per sfogare i suoi rancori, la sua voglia di dominio per ricordare all'uomo che è lui il più forte.

Accelero il passo perché, pur avendo l'ombrello, si è alzato un forte vento ed i primi tuoni invitano alla ricerca di luoghi più sicuri. Cadono le prime gocce da queste enormi e grigiastre nuvole ,il marciapiede è deserto... o quasi, scorgo un uomo dal passo incerto che appoggiandosi al suo bastone sta lentamente avanzando in direzione opposta alla mia. E' vecchio, minuto, gli occhi pieni di paura, una smorfia di sofferenza gli solca il viso.

Improvvisamente vengo strappato dai miei pensieri entro nel quotidiano, scopro un uomo indifeso e terrorizzato, è impotente, la sua età ed il suo fisico malaticcio lo rendono vulnerabile ad un temporale.

Il bastone che lo sorregge non può dargli altro che un inutile appoggio. Il temporale che sta per scatenare tutta la sua ira troverà in lui una vittima innocente ed incapace di reagire. Guardo ancora i suoi occhi denunciano paura, incredulità; un uomo sta per subire un attacco violentissimo da un temporale ed il suo passo non potrà' cambiare. Sul suo viso strane smorfie scatenano la mia fantasia, la mia mente corre veloce a ritroso nel tempo, sino a quando vedo saltellare un ragazzo pieno di esuberanza e di incoscienza. In lui non ci sono molti perché ,e perché dovrebbero essercene? Ora che ne avrebbe uno, non può più correre e non riesce più a saltare. Sono ormai alla mia auto la pioggia si fa insistente e violenta , tuoni e fulmini scuotono l'aria ... ma l'uomo è al riparo, è tranquillo, non ha più paura, sorride e mi guarda. Sto correndo con la mia auto verso casa sua, con un gesto della mano mi fa capire che è arrivato. Accosto, gli apro la portiera, scende è a casa, mi sorride e mentre riparto lo saluto, mi saluta ed i suoi occhi manifestano tranquillità. Mentre con la mia auto mi apro la via, come se fossi un motoscafo e la grandine quasi mi impedisce di pensare... si,mi sembra proprio una bella giornata !

MORITURI TE SALUTANT

Non immaginavo un incontro finale di questo tipo ... li sul lettino il suo corpo inerte e ormai freddo, io che dovevo emettere la valutazione sulle cause del decesso nel mio rapporto di medico legale. Si avete capito, dovevo descrivere come era morta Susy, il perché lo sapevano tutti; era diventata cronaca da giornali e TV. Susy, con la sua jeep, scendendo dai tornanti delle prealpi orobiche, dopo una curva stretta a 90 gradi, nel rilasciare il volante per ridare alla vettura il suo assetto naturale di marcia, commetteva un errore perdendone il controllo. Dritta e a velocità abbastanza sostenuta, senza lasciare segni di frenata sull'asfalto usciva di strada dopo aver urtato con violenza un 'fragile' guardrail, precipitava nel burrone sottostante. Automobilisti di passaggio davano tempestivamente le segnalazioni e scattavano subito i mezzi di soccorso, tutto inutile, la bella Susy era ormai con il suo fuoristrada in fondo alla scarpata che emetteva i suoi ultimi e lievi respiri. E poi il suo eterno silenzio. Ecco il fatto ed io qui con i miei pensieri davanti al suo corpo, al suo viso che mostra una eterea serenità. In me è forte la sensazione che Susy abbia avuto un malore e da li la perdita di controllo dell'auto. Non riesco ad immaginare altre storie, anche perché, pur vivendo a distanza da lei, non avevo pettegolezzi di un suo rapporto famigliare non felice. Io Susy l'avevo conosciuta prima del suo matrimonio con Giuseppe 'lo straniero', chiamato così perché non era del nostro paese, e i ricordi anche se lontani sono rimasti inchiodati nel mio cervello. Era una ragazza dolce, carina e bionda, a me piacevano da impazzire le bionde, e come me aveva circa ventanni; e ricordo che pur impegnato dai miei studi, per lei sentivo dei turbamenti e facevo di tutto per poterla vedere. Il suo corpo presenta numerosi graffi, alcuni profondi, ma il colpo letale l'ha preso al collo, in quanto non bloccata dalla cintura di sicurezza è andata a sbattere prima col petto contro il volante e poi, nella rovinosa caduta, di controbalzo ha per reazione subito il colpo che le ha spezzato il collo. Anche il petto presenta un brutto e largo segno bluastro. Mi ricordo che non le dispiacevo, insieme avevamo frequentato le medie e poi il liceo classico. Poi io ho proseguito con medicina mentre lei invece aveva interrotto gli studi perché suo padre la voleva attiva nella loro piccola azienda di legname. Il nostro non può essere definito un amore, però c'erano tutti i presupposti ed io mi sentivo felice e rapito da quella biondina così dolce. Eravamo giovani, e a quei tempi i ritmi erano più lenti, era tutto più lento e tutto rimase lì in sospeso, come ad un filo molto sottile. Credo che nel rapporto scriverò che il decesso è avvenuto pochi minuti dopo l'incidente e con Susy ormai in stato di semi incoscienza, però ancora in grado di percepire quanto stava accadendo perché il malore era stato momentaneo e non aveva perduto completamente la lucidità. Non arrivammo al bacio, lei era molto timida e con una madre molto gelosa e possessiva ed io diviso tra lo studio e lei cercavo di fare equilibrismi per restare al passo. Ma il passo non venne mai e quel bacio rimase li, stampato nella mia mente e penso anche nella sua. Poi arrivò 'lo straniero', i miei esami universitari e tutto finì come per incanto, ma forse non era mai cominciato, era solo una tenera storia di due giovani ragazzi e non un grande amore. Adesso, mentre sto scrivendo lei è accanto a me, sono passati circa trentanni e Susy è ancora dolce, carina e bionda. Ho finito il mio rapporto e adesso chiamerò il personale di servizio per far riporre il cadavere nei frigoriferi. Dopo domani ci sarà il funerale e Susy non la vedrò più per sempre. Mi chino verso lei, le accarezzo affettuosamente il viso e le do un tenero bacio di saluto.

Addio per sempre dolce Susy, addio.