Matteo Gallo

nato ad Arezzo il 19-09-80, diplomato all'istituto tecnico di arezzo, frequenta la facoltà di lettere nella medesima città

LA DROGA PERFETTA

 Lavorava otto ore al giorno, in una falegnameria, il salario non era male e gli permetteva lussi che pochi dei suoi coetanei erano in grado di sostenere.

Verso le diciassette quando usciva dal lavoro cercava di sopravvivere al blocco cerebrale che il lavoro gli procurava leggendo tanti libri, di generi diversi , di autori diversi, ascoltava musica da quella impegnata alle canzoni da radio, andava al cinema anche più di una volta nella stessa sera senza giudicare dal titolo o dal regista, faceva uso di droghe di tipo diverso e con diverse allucinazioni ; ma non era mai felice.

Quando finiva di leggere l’ultima pagina di un buon libro un brivido gli percorreva la schiena e la sua espressione era un misto di gioia e di dolore, si sentiva più ricco ma con una dichiarazione sentimentale dei redditi equivalente a zero.

Mentre una canzone stava per finire era deluso e affranto perché sapeva che ne avrebbe risentito l’amaro eco per tutta la giornata.

Al cinema la parola fine stava anche a chiudere il suo rapporto con il film, magari lo avrebbe rivisto e rivisto ancora l’invidia nei suoi occhi.

Le droghe gli davano la loro onesta allucinazione e da brave impiegate dopo 6/7 ore timbravano il cartellino e se ne andavano dal suo cervello; cercava qualcosa di più definitivo.

Quello che cercava non era fuori, non lo trovava di certo in nessun altro luogo e in nessuna altra persona al di fuori di se stesso; aveva avuto esperienze che nessun altro aveva avuto ma niente era come (anch’io non saprei come dire)……………

Una notte di ritorno dal cinema aveva sentito muoversi dentro di se, qualcosa in più, ma era stato di brevissima durata.

Non riusciva a prendere sonno e fissava il timer del videoregistratore, ebbe un nuovo sussulto; chiuse gli occhi e li riapri immediatamente per capire se era cosciente;- quella stessa notte ricercò in tutti i libri, riascoltò tutte le canzoni, riguardò tutti i film, riprovò tutte le droghe, ma non era lo stesso effetto che ancora prova quando tira fuori di se un pensiero semplicemente libero, che non sia già stato scritto da nessun narratore , che non fosse già musicato da qualche cantante che non sia un derivato di mistiche allucinazioni; non un flashback di un film già visto, un pensiero libero da qualunque influenza esterna lo faceva e lo fa tuttora vivere:

Voleva a questo punto che tutto il mondo potesse dare un senso alla propria vita ma si era subito chiesto 2 cose: sarebbe stato in grado di insegnare all gente ad avere pensieri liberi; e secondo punto, la gente avrebbe avuto voglia di imparare.

Era la sua droga perfetta; perché solo lui e forse pochi altri ne sapeva controllare gli effetti e i rischi che ne comportava l’uso e l’abuso; ed in fondo c’erano dei bravissimi spacciatori in giro

 

INVERSAMENTE PROPORZIONALE

 Adesso cercavo il responsabile forse un capro espiatorio, ma nessuno saltava fuori.

Come potevo trovare il colpevole! Lei che era diventata buddista e cercava un corpo sempre migliore, adesso non si sarebbe reincarnata mai più.

Nessuno voleva ammetterlo, nessuno riusciva più a dormire, a parlare ai propri figli, anche chi l’aveva ostacolata o "scansata" adesso sentiva dentro di se un gran vuoto, un cielo salato…..

Le persone camminavano per strada come replicanti facendo finta di niente, forse avevano ragione loro, forse non era cambiato niente, lei era morta com'era nata senza dire una parola, non aveva avuto bisogno di dottori per nascere, era cresciuta da sola e aveva allevato i suoi figli sempre in solitudine.

La nave sarebbe salpata lo stesso, ma io non sarei salito a bordo adesso sarei andato al suo funerale sempre se ce ne fosse stato uno. Noi avevamo infranto l’undicesimo comandamento, presi una sigaretta e l'accessi ma mi bastò un tiro per capire che anche le sigarette non avevano più gusto, odore, essenza……

Avevo sognato da fumatore adolescente di lavorare durante l’estate in un campo di tabacco e facevo i calcoli di quante sigarette avrei risparmiato, adesso cercavo di nascondere la paura con questi voli immaginari, quanto l’avrebbero pagata oggi la mia immaginazione, 3,4,5 o addirittura 10 soldi.

Questo io facevo per campare, vendevo la mia immaginazione senza scrupolo alcuno, senza alcun riguardo e adesso lei mi aveva punito.

Lei non si meritava questa fine, ma da tempo ormai non l’alimentavo più, mi scordavo di portarla fuori, di farle conoscere cose persone nuove……

Mi sentivo il cervello nero, come bruciato ustionato ma nessun dolore proveniva da quella parte del mio corpo. L’ultimo libro che avevo scritto è stato il suo colpo finale, interamente ricopiato da una bozza di un giovane scrittore che mi aveva scritto una lettera per avere un giudizio, ed io l’avevo trasportato nelle mie parole in due giorni.

Il libro era finito e con lui era finita anche la mia immaginazione, adesso ero costretto a contare per la centesima volta i miei risparmi con cui forse sarei sopravvissuto un altro anno o forse meno.

Lei se n'era andata, la mia ingordigia di successo l’aveva legata a me per tutti quegli anni come una schiava in una stiva.

Anche lo psicanalista non era riuscito a guarirmi, tirò fuori dal suo taccuino due espressioni imparate il primo giorno d'università quando ancora prendeva appunti e non era costretto a comprarli dal professore e mi lasciò andare.
Feci una corsa a casa e cercai la bozza del mio primo libro, ma neanche quella mi fu d'aiuto, adesso ogni parola scritta da me perdeva completamente di significato come qualche poesia parnassiana.

Nessuno avrebbe più letto i miei libri perché non trasmettevano più niente, e mi vedevo già costretto alla politica come unica forma di sussistenza……

Decisi di fare un viaggio, ma quello che mi venne in mente in un mese di continui pellegrinaggi fu 15 pagine di niente assoluto a carattere invisibile.

Durante il viaggio ebbi modo di conoscere diverse persone, ma dal loro non ricevetti gran che, ricorsi così alle sostanze stupefacenti cercando la forza dei poeti maledetti ma l’unica forza fu di stomaco che mi convinse a tornare a casa.

Girovagai per tutte le cartolibrerie cercando una penna ispirata, andai in biblioteca e lessi libri illuminati che spensero ancor più la mia testa.

Cercai il conforto della religione, mi battezzai, mi feci circoncidere, seguii il Ramadan, piansi al muro del pianto, mi sposai 12 volte in 12 riti differenti ma non servii a niente. Cercai con altri scrittori di ricreare l’atmosfera dei Caffè parigini e in quei due anni nacque da me solo un movimento: andare al bancone ad ordinare crema di whisky.

Adesso che sono morto mi sono accorto che lei non è mai stata mia, ma mi ha amato finche io l'ho amata, e mi ha ringraziato regalandomi la vita

 

Qualcosa di incredibilmente nuovo

Viveva come una Contraddizione, suo padre era una Certezza, la madre, un Paradosso, il fratello, una Pretesa Irrealizzabile e sua sorella era un Illusione.

Mentre lui se ne stava tutto il giorno a fare scherzi da prete, suo fratello non faceva altro che farsi venire l’appetito mangiando, mentre sua sorella se ne stava delle mattinate intere con l’oro in bocca…intanto la madre aspettava la mezza stagione invano.

Il padre tornando stanco dal lavoro si ubriacava ma non toccava le donne nemmeno con un fiore(gay latente), io che non sapevo cosa fare tutto il giorno mettevo i puntini sulle "i".

Mia sorella decise di uscire con le sue amiche, si mise al volante sicura di diventare un pericolo costante, mio fratello che voleva andare a tutti i costi al concerto uccise il rivenditore di biglietti convinto quanto me che il fine giustificasse i mezzi.

Nei momenti più tristi della mia vita me ne andavo a pescare non prima di essermi bevuto una dozzina di caffè , non volevo addormentarmi per non prendere pesci e decisi allora di fare un po’ di sport, me ne andai a giocare a calcio con i miei amici immaginari, ma se cadevo? Se mi facevo male? Decisi allora di rimanere a casa convinto che fosse meglio prevenire che curare.

Mia madre stava male aveva un ulcera perforante, se ne stava tutto il giorno a guardare il prato del vicino e l’ulcera gonfiava. Ci trasferimmo nella casa accanto alla nostra e mia madre guari magicamente , ma dopo una settimana la nostra ex dimora fu occupata e l’ulcera della mamma torno perché l’erba del vicino era sempre più verde, la stessa sera mio padre doveva portare fuori a cena mia madre, lei si presento alle 8 davanti al ristorante, si mise a parlare con il cuoco per una buona mezz’oretta dopo di che lui decise di licenziarsi, capii finalmente che come si mangia in casa propria non si mangia da nessun’altra parte, mio padre si presentò all’appuntamento con solo 4 ore di ritardo sicuro che fosse sempre meglio tardi che mai, anche mia madre disse la stessa cosa mentre firmava i fogli del divorzio.

Divenni praticamente figlio unico e non capivo perché i miei non mi viziassero, a scuola non rispondevo mai alle domande dei professori, ma venni promosso lo stesso anche loro furono convinti che chi tace acconsente, durante l’estate conobbi una bionda mozzafiato e mi chiesi subito perché non fosse intelligente , rima si a dormire a casa sua, e li nel suo letto facemmo l’amore tutta la notte disse l’attore del film che stavamo vedendo nel suo salotto…….arrivai a casa e vidi il cane che dormiva e lo lascia dormire per tre giorni poi il puzzo del pesce e degli ospiti era sicuramente minore di quello che emanava il cucciolo.

Presi la macchina andai molto veloce, arrivai in ufficio e dissi a tutti che non avevo voglia di lavorare, feci tardi la sera e non avevo più valori , ma mi dissi tanto sono giovane lo so come sono fatto.

Mio padre s’innamorò di un'altra donna, un’altra donna s’innamorò di mio padre, ci scrissi sopra una canzone, un produttore musicale mi notò, divenni una giovane rockstar, quindi decisi di drogarmi e morire presto, ma trascorsi lo stesso il Natale con i miei e pasqua con chi volevo…….