![]() "Ho inventato la parola rififi", raccontava Auguste Le Breton a Gianfranco Orsi negli anni '70 "che ha fatto il giro del mondo ed è entrata nei dizionari francese e portoghese. Come pure valseur e faubourg per il posteriore delle donne, di cui faccio menzione nel mio dizionario Langue Verte e Noirs Dessins." E rififi divenne anche un tema musicale di M. Philippe-Gérard per il film omonimo, che conobbe un notevole successo anche in Italia, nella versione di Fred Buscaglione e Leo Chiosso, cantata dallo stesso Buscaglione: Io ve lo dico,
sono un dritto. "Del resto", scrive Andrea G. Pinketts nella prefazione al romanzo Rififi, edito da Sonzogno nella collana I bestseller del crimine, "chi, se non il grande balengo piemontardo, già reduce da una Chicago di bulli e pupe, poteva ottenere diritto di cittadinanza in una Pigalle fatta di vinile?" La mia bambina
lascia stare Nel rapporto con le donne, gli uomini di Rififi hanno lo stesso atteggiamento del protagonista della canzone: duri, durissimi con quelle che li tradiscono, teneri e severi con le loro "bambine", implacabili nella vendetta quando qualcuno fa loro del male. Lei
s'intromette e vuol parlare "La malavita di oggi" dichiarò Le Breton in un'intervista a Gianfranco Orsi del 1969, "è come quella di ieri e come quella di domani. Finché ci saranno degli uomini… e delle donne per arricchirli o per rovinarli." Il titolo originale del primo romanzo suona, in realtà, "Rififi tra gli uomini", ma qualche anno dopo Le Breton scrive anche un "Rififi tra le donne". Ma gira al
largo, per piacer, Dalla canzone, versione italiana del tema musicale che si ascolta nel film Rififi di Dassin, rimane tuttavia il dubbio di che cosa significhi questa parola dell'argot della mala… creata in realtà dallo stesso Le Breton e solo dopo realmente entrata nel gergo dei criminali parigini. Per me
funziona a perfezion Il rififi è una resa dei conti, una bagarre nel mondo della mala, il momento in cui persino il criminale più incallito può dimostrare di avere un proprio senso dell'onore. Come nello straordinario romanzo che aprì la celebre saga letteraria di Auguste Le Breton. Non fare il
furbo non scherzar |