Vittoria Maggio.it Home pageViaggio nel Rocky Horror Picture Show
Cinema Mexico – Milano
Venerdì notte


Rocky Horror è di certo uno dei pochi rituali di gruppo rimasti nella metropoli milanese (a parte il calcio, s’intende). Tutto il pubblico del Cinema Mexico, ritrova ogni venerdì notte una comunione di gesti, parole e desideri che ti sorprende. Non sai se lasciarti andare con gli altri e come gli altri, oppure se mantenere il distacco oggettivo e osservare il pubblico nel suo bisogno di mimesi e identificazione collettiva: "in another dimension, with voyeuristic intention", come canta Magenta nella celeberrima Time Warp

"Quanti vergini ci sono in sala?" esordisce il conduttore della serata.

E molte mani si alzano la sera di venerdì 30 marzo 2001: è una serata speciale, a inviti, organizzata dalla Fox per promuovere l’uscita del DVD di Rocky Horror Picture Show. Ospite d’eccezione: Patricia Quinn, la mitica interprete di Magenta, che senza il pallore del make-up di scena sembra ancora più giovane del suo alter ego sullo schermo e che a fine serata improvviserà col pubblico un coro sulla canzone dei titoli di testa, Science Fiction Double Feature.

"Quanti vergini ci sono in sala?" Parecchi. E a quelle mani vergini, all’ingresso, sono stati consegnati "i ferri del mestiere": coriandoli, riso, fogli di giornale, pistole ad acqua, sonagli. I veterani fanno da maestri, frequentano il Mexico da vent’anni, conoscono tutte le battute e i testi delle canzoni a memoria, sanno tutte le procedure da seguire. D’altra parte sono ormai ventisei anni che questo straordinario spettacolo fa da padrone non solo al Mexico di Milano (la storica sala di via Savona 57, soprannominata "The Rocky Horror House") ma in sale cinematografiche "specializzate" tutto il mondo.

In che cosa consiste lo spettacolo? Per cominciare, nella proiezione cinematografica (la Fox ha stampato una nuova copia del film appositamente per il Cinema Mexico); ma anche nella rappresentazione live di attori (la compagnia chiamata "Diabolical Plan"), brillanti non solo nel replicare in palcoscenico i gesti degli interpreti ma anche nell’interagire con quello che accade sullo schermo); e naturalmente nella partecipazione attiva del pubblico, opportunamente attrezzato e, in molti casi, abbigliato come i personaggi del film.

E tu, vergine, sotto il foglio di giornale usato per riparati dall’acqua durante la scena del temporale, non sai se sentirti matto o interprete e co-protagonista.

Ma il gioco e la fantasia vincono sullo scetticismo.

Tutto è nato dal Rocky Horror Show, musical altamente trasgressivo di Richard O’Brien che nel 1973, come ricorda Patricia Quinn, veniva rappresentato per un pubblico di una sessantina di persone in una sala sopra il Royal Court Theatre di Londra. Rocky Horror Picture Show è il film che ne fu tratto nel 1975 da Jim Sharman, diffondendo in tutto il mondo un mito destinato a durare nel tempo. Per chi non lo conoscesse, ecco un breve riassunto.

Brad e Janet, coppia di fidanzati "all american", si mettono in viaggio per andare a trovare il professor Scott, loro docente universitario. Ma la loro auto rimane bloccata durante un temporale e i due chiedono aiuto a un vicino castello… capitando nel pieno della "Convention transilvana". In questa occasione il padrone del castello, lo scienziato pazzo in guêpière Frank N. Further, intende dare vita alla sua creatura "Rocky", suo amante ideale… Tuttavia nel corso delle ore successive sorgeranno numerosi imprevisti: Frank sedurrà tanto Janet quanto Brad, Janet sedurrà Rocky e sulla scena apparirà il professor Scott, in cerca del nipote Eddie, un motociclista "misteriosamente" scomparso al castello. In realtà Frank fa parte di una squadra di alieni scesi sulla Terra per scopi scientifici e i suoi esperimenti sono andati troppo oltre…

Un film divertente, sicuramente da vedere e rivedere: a questo scopo il nuovo DVD della Fox, accompagnato da interviste, sequenze inedite e da un libretto con le "istruzioni" su come praticare la partici-passion, è la formula ideale per impararlo a memoria e presentarsi alla performance opportunamente preparati. "Quelli della Fox ci guadagneranno sopra qualche altro miliardo di dollari, those bastards!" ride Patricia Quinn, che ha collaborato alla realizzazione degli special features del DVD, compresa l’edizione commentata in cui, assicura, "abbiamo svelato parecchi segreti."

In Rocky Horror il gioco di citazioni (a partire dalla canzone di apertura, intessuta di titoli celebri del cinema di fantascienza, da King Kong a L’uomo invisibile, da Il pianeta proibito a La cosa da un altro mondo) è dichiarato apertamente: siamo in quello stesso mondo che negli anni è stato saccheggiato dai fumetti di Dylan Dog o dai film di Tim Burton. Anche qui l’universo della fantascienza è rivisitato con affettuosa ironia e mettendo in luce un aspetto molto significativo: nel cinema fantastico molto spesso i "diversi", gli "alieni" erano i personaggi più interessanti e problematici, spesso ingiustamente perseguitati dai "normali", incapaci di accettarne l’originalità. Forse per questo tutti questi spettatori si divertono ogni venerdì notte a lanciare riso e coriandoli, a sparare con le pistole ad acqua e a punteggiare le battute del film con le loro controbattute: per liberarsi dalla fastidiosa sensazione di essere troppo "normali".


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marzo
2002